mercoledì 26 ottobre 2011

Un post dell'ing. SENECI di Netmobility

L'Unione Europea chiede agli automobilisti di togliere il piede dall'acceleratore: il parlamento europeo adotta la risoluzione "30 km/h".
Il parlamento europeo ha adottato una risoluzione nella quale "raccomanda fortemente alle autorità responsabili di introdurre limiti di velocità di 30 km/h in tutte le aree residenziali e sulle strade a corsia unica in aree urbane che non hanno corsie ciclabili separate.” Questa risoluzione fa parte di una ampia gamma di misure atte a dimezzare in Europa, entro il 2020, i 31.000 incidenti stradali che avvengono ogni anno.

venerdì 21 ottobre 2011

Una lezione attuale di Calvino

Questo brano di Calvino, tratto da Lezioni Americane del 1985, ci dà la dimensione esatta di cosa possa essere il PUM in relazione alla viabilità. Le dinamiche della mobilità, indirizzate dal PUM, costituiscono di fatto il software, mentre le strade, la viabilità, sono l'hardware. Incredibile l'insegnamento che Calvino ci ha dato sin dal lontano 1985.

Oggi ogni ramo della scienza sembra ci voglia dimostrare che il mondo si regge su entità sottilissime: come i messaggi del DNA, gli impulsi dei neuroni, i quarks, i neutrini vaganti nello spazio dall’inizio dei tempi...
Poi, l’informatica. E vero che il software non potrebbe esercitare i poteri della sua leggerezza se non mediante la pesantezza del hardware; ma è il software che comanda, che agisce sul mondo esterno e sulle macchine, le quali esistono solo in funzione del software, si evolvono in modo d’elaborare programmi sempre più complessi. La seconda rivoluzione industriale non si presenta come la prima con immagini schiaccianti quali presse di laminatoi o colate d’acciaio, ma come i bits d’un flusso d’informazione che corre sui circuiti sotto forma d’impulsi elettronici. Le macchine di ferro ci sono sempre, ma obbediscono ai bits senza peso.

Italo Calvino  Lezioni Americane, Leggerezza, 1985

martedì 18 ottobre 2011

Risposta al Consigliere Ravagni

Il Consigliere comunale Ravagni scrive oggi sul Trentino che il processo partecipativo del PUM altro non è che "una finta operazione ascolto", che il blog (questo) è fittizio e che su via Cavallo, via Capitelli e via della Cinta è già tutto deciso. Pur comprendendo le dinamiche che possono spingere un rappresentante delle opposizioni a lamentarsi sempre e comunque di tutto, rimane comunque sconcertante (per usare un termine dello stesso Ravagni) leggere dichiarazioni di questo tono su argomenti che sono per lo stesso Ravagni sconosciuti. Infatti Ravagni non può conoscere il processo partecipativo semplicemente perché lui non vi ha partecipato! Sul blog (da lui definito fittizio) è pubblicato il verbale della seduta riservata al consiglio nel quale si evince chiaramente la unanime condivisione del lavoro svolto. Peccato che a tale importante appuntamento lui non abbia partecipato, così come non ha partecipato alla riunione pubblica aperta a tutti del 13 settembre. Ravagni ci dà poi delle anteprime su via Cavallo, via Capitelli e via della Cinta. Probabilmente è in possesso di informazioni che l'Assessorato stesso non ha. Infatti non vi sono ancora decisioni su nessuno di questi punti non essendo ancora ultimato il modello di PUM da cui dovrebbero scaturire le proposte operative. Credo che definire inutili i 4 tavoli partecipativi sia offensivo non tanto per l'Amministrazione, ma soprattutto per tutte le persone che, credendoci, hanno partecipato a tutte le riunioni (ed erano moltissime) portando suggerimenti, intuizioni e (perché no?) anche critiche. Consigliamo a Ravagni di utilizzare meglio gli strumenti partecipativi a sua disposizione (questo blog per esempio) e, nel caso volesse approfondire l'argomento, ad analizzare con maggiore cura quanto scaturito da dai 4 tavoli....... potrebbe avere delle "sconcertanti" sorprese.

lunedì 10 ottobre 2011

Commenti sul P.U.M.

Dite la vostra: aggiungete commenti sulle seguenti tematiche 1) via Frumento 2) via Cavallo 3) via San Sisto etc etc per iniziare una discussione. cliccare su "commenti" e poi scrivete la vostra opinione. Se invece volete inserire un "post", iscrivetevi e avrete la possibilità di accedere come amministratori
La mobilità insostenibile vs la mobilità sostenibile
Le macrofasi del P.U.M.
Il processo di redazione del P.U.M.

giovedì 6 ottobre 2011

MOBILITÀ

In senso stretto, rappresenta l'insieme degli spostamenti che si fanno sulle reti di trasporto, che viene riguardato in modo indifferenziato ed indipendente dalle motivazioni, a meno che non si facciano ulteriori specificazioni. In senso lato rappresenta l'insieme di diritto e possibilità di muoversi di cui godono gli abitanti di ogni situazione urbana.
Dal punto di vista urbanistico, piuttosto che la capacità di muoversi, interessa l'accesso alle funzioni fondamentali della vita associata, si parla quindi di “accessibilità”.
Questo determina un diverso atteggiamento nell'urbanista che si occupa di trasporti rispetto a quello del trasportista puro. L'accessibilità non è significativa in sé, ma può subire trasformazioni anche di grande rilevanza con il variare della rete (per esempio delle caratteristiche di capacità o di velocità di alcuni collegamenti) comportando di conseguenza una profonda variazione delle caratteristiche urbanistiche degli insediamenti e della loro dinamica di sviluppo.
Il concetto di accessibilità si applica a più modi di trasporto, che vengono messi a confronto principalmente in termini di tempo di percorrenza, quindi contiene in sé necessariamente il concetto di “indifferenza” rispetto ai modi di trasporto.

(Comune di Siena, servizio mobilità urbana)
Comune della città di Arco
municipio: piazza Tre Novembre
web: www.comune.arco.tn.it
telefono 0464 583 511
fax 0464 518 631
Arco, 6 ottobre 2011

COMUNICATO STAMPA


P.U.M: c’è anche il blog


Prosegue il cammino di redazione partecipata che l’amministrazione comunale ha scelto per il Piano Urbano della Mobilità: dopo le molte iniziative di condivisione e confronto, tra cui quattro tavoli di lavoro in cui tutti gli stakeholders (cioè chi ha un interesse diretto nelle varie questioni analizzate) hanno avuto la possibilità di illustrare il proprio punto di vista, è la volta di un nuovissimo blog, strumento agile e veloce con cui manifestare propria opinione. Il blog – la cui creazione è stata suggerita dal consigliere Mario Morandini – si trova all’indirizzo arcomobility.blogspot.com (senza il prefisso www), raggiungibile anche dal link «Dì la tua sul PUM», nella home page del sito istituzionale del comune (nel riquadro verticale blu).

Il confronto virtuale inizia con la trascrizione del verbale della seduta informale del consiglio comunale che recentemente ha trattato l’argomento, quindi con gli interventi dei consiglieri comunali, del tecnico della società Netmobility Srl di Verona (che su incarico del comune ha eseguito un’indagine preliminare sui flussi di traffico), del sindaco e degli assessori; da lì in poi lo spazio è aperto a chiunque desideri aggiungere commenti, osservazioni, suggerimenti, punti di vista. L’intervento, come prassi, si effettua (previa registrazione) effettuando il log-in.


SUL P.U.M.
Il nuovo Piano Urbano della Mobilità, di cui il comune di Arco vuole dotarsi, non si limita al traffico degli automezzi ma – com’è la tendenza più recente – analizza in profondità i complessi temi della mobilità e della sostenibilità. La prima fase dello studio, iniziata lo scorso maggio e ultimata alla fine di agosto, ha verificato con dei rilievi puntuali quanti e quali sono i veicoli attraversano la nostra città nel tessuto viario attualmente esistente, per fotografare lo stato di fatto e confrontarlo con gli ultimi dati del traffico in città che risalgono al 2000.

L'indagine è stata effettuata dalla società Netmobility Srl di Verona il cui incarico per la redazione del PUM è stato affidato dal comune tramite gara. Nei mesi scorsi il personale incaricato della società ha effettuato numerosissime indagini su strade e incroci con apposite apparecchiature per rilevare e filmare il traffico presente. Una prima rilevazione ha interessato le dodici principali strade di accesso al centro cittadino: in queste 12 strade, tramite apparecchi radar allestiti allo scopo, è stato rilevato 24 ore su 24, per sette giorni consecutivi, il numero dei veicoli in transito. Un secondo monitoraggio ha riguardato 11 fra i principali incroci: su queste postazioni, nelle due fasce orarie di punta (mattino e sera) gli addetti di Netmobility hanno ripreso, con delle telecamere apposite, il traffico agli incroci per verificare il numero delle auto, la tipologia dei veicoli e le principali direzioni di uscita dall'incrocio.

Una terza analisi ha previsto il monitoraggio dell’offerta e occupazione degli stalli di sosta: tali indagini hanno interessato tutti i parcheggi su strada e fuori dalla sede stradale e verranno effettuata la mattina fra le 10.30 e le 11.30. Tale rilevazione dell’offerta ha permesso la definizione dell’indice di occupazione. Inoltre su tre aree di sosta di maggiore dimensione è stato monitorato anche il grado di rotazione delle auto, tramite controllo delle targhe su tutto l’arco delle ore diurne (07.00-19.00) a intervalli costanti (30 minuti). Infine gli operatori della società incaricata sono saliti a bordo degli autobus per il conteggio dei passeggeri saliti e discesi sulle linee del T.P.L. per la costruzione delle linee di carico. Tutte le indagini sono state effettuate sia in periodo scolastico/lavorativo che in periodo turistico (luglio/agosto).

Le indagini di traffico sono quindi il punto di partenza di un processo articolato che vedrà approfondire tutti i temi legati alla mobilità. Il PUM infatti deve e vuole essere un Piano che non affronti solo il tema della fluidificazione dei flussi degli autoveicoli, ma tratti il tema della mobilità come insieme organico di spostamenti che sempre di più potranno e dovranno essere fatti anche con mezzi diversi dall’automobile privata.

VERBALE DEL CONSIGLIO COMUNALE (tavolo 02)

COMUNE DI ARCO
(Provincia di Trento)

VERBALE DEL CONSIGLIO COMUNALE
DI DATA 20 SETTEMBRE 2011

CONSIGLIO INFORMALE


VICE PRESIDENTE
Prendo la parola in qualità di vice Presidente per l’assenza della Presidente Vilma Remondini per questo Consiglio informale sul Pum acronimo di piano urbano della mobilità.
Il Consiglio verrà registrato, ringrazio quindi i presenti Consiglieri, la Giunta e il pubblico. E avremo con noi Pier Francesco Seneci di Net Mobility che ci spiegherà in questo secondo incontro, il primo è stato pubblico a Palazzo Panni, il lavoro svolto, seguirà il dibattito in maniera informale e libera che servirà come sollecitazione al piano urbano della mobilità. Quindi non faremo l’appello e passiamo immediatamente la parola all’ingegnere Seneci.

ING. SENECI
Buonasera. Vedo in realtà tante facce che ho già visto nell’incontro precedente, quindi cercherò di essere veloce perché le cose che dirò sono le stesse più o meno che ho detto già nella serata pubblica. Quindi da un lato mi scuso perché correrò forse così lascio tempo dopo per chi non ha visto e invece per chi ha già visto mi scuso se mi ripeto con le stesse cose.
Introduciamo questa sera il lavoro che stiamo facendo sul piano della, sul piano urbano della mobilità. Siamo in una prima fase, nella fase in cui abbiamo raccolto i dati, abbiamo fatto una fotografia dell’esistente, e sulla base di questa fotografia stiamo facendo le prime valutazioni, e questo percorso partecipativo che l’amministrazione ha voluto serve proprio per raccogliere da parte nostra input che vengono da amministrazione, cittadini, Consiglio e tutti i portatori di interesse anche per fare conoscere a noi meglio quelle che sono le criticità se vogliamo oltre a quelle che abbiamo riscontrato noi del vostro territorio. Vorrei dire anche le cose positive del vostro territorio, perché magari a volte è bene partire anche dalle cose che ci sono già e dalle cose positive.
Il piano della mobilità, il piano urbano della mobilità è stato introdotto da una legge del 2000, la 240, in realtà è un articoletto di questa legge, la cosa fondamentale è un po’ il passaggio tra il concetto di traffico e il concetto di mobilità, prima si parlava, anche adesso si parla ancora di piani del traffico, il piano della mobilità se vogliamo sintetizzando proprio al massimo è il tentativo di riportare l’attenzione non su ciò che è la causa, cioè il traffico quindi le macchine che circolano ma quello che è, scusate non la causa, ma l’effetto, ma quello che è la causa di questo circolare di autoveicoli e mezzi che è la mobilità delle persone, cioè la necessità delle persone di muoversi e la legge parte proprio da questo, dal fatto che bisogna favorire e soddisfare il bisogno, quello che noi sentiamo ormai come un diritto acquisito di muoversi, di mobilità delle persone. Un diritto acquisito perché la nostra società è strutturata in un modo che ormai l’impossibilità di muoversi anche per andare a scuola, nel lavoro etc., e di fare degli spostamenti medi, corti o lunghi è una cosa che determina impossibilità di fare una attività, un lavoro. Chiaro che questo diritto alla mobilità deve coniugarsi però con alcune, deve coniugarsi in modo che non sia una criticità per le nostre realtà, e quindi la legge introduce che questo soddisfare i fabbisogni di mobilità deve essere fatto tenendo conto che deve essere fatto assicurando però l’abbattimento dell’inquinamento acustico, atmosferico, l’abbattimento dell’incidentalità che è un tema grossissimo, a livello urbano e quindi l’aumento dei livelli di sicurezza. Come fare questo, come introdurre, come potere soddisfare il fabbisogno di mobilità però tenendo bassi i costi sociali di questa condizione di mobilità, una delle cose che sono sempre introdotte dalla normativa è quello di tenere in conto che bisogna attivare delle politiche per minimizzare l’uso dell’automobile privata, questo non vuole dire muoversi di meno ma vuole dire dare dei servizi affinché la gente si possa muovere anche senza l’automobile privata, noi siamo strutturati come modello di mobilità soprattutto in Italia rispetto per esempio ad alcuni paesi del nord d’Europa, in modo tale che tutti i nostri spostamenti avvengono in auto. Noi scendiamo di casa e la prima cosa che pensiamo quando dobbiamo spostarci è prendo la macchina. Non è prendo il mezzo più funzionale al tipo di spostamento che devo fare, ma è scendo da casa e prendo la macchina. Se poi ho dei problemi prendo la bici o prendo il trasporto pubblico. Ma se ho dei problemi, se ho qualcosa per cui non posso prendere l’auto. Questo è un modello che non funziona, non funziona più perché è il modello che ha portato nei centri urbani ma anche nelle realtà medio piccole come può essere Arco, o medio grandi come può essere tutto l’Alto Garda presa come grande realtà, ha delle criticità fortissime che sono quelle che riscontrate ogni giorno quando vi muovete e quelle che quando parlano i comitati piuttosto che quando sentiamo in Consiglio o nelle serate pubbliche si sente e che le criticità sono proprio dovute ad un numero spropositato di auto che si muovono. Questo avviene in un modello tipicamente italiano in cui ci sono 60 auto ogni 100 persone, mediamente, dato italiano, le auto si muovono con 1, 3 persone dentro, se guardiamo a Arco nell’ora di punta in cui abbiamo fatto le interviste il 70 per cento delle auto viaggia, che abbiamo monitorato all’ingresso della realtà del territorio di Arco, viaggia con una persona a bordo. Ma ancora il 40 per cento di quegli spostamenti sono spostamenti che sono, che avvengono in meno di 10 minuti, quindi sono spostamenti in realtà molto veloci, molto brevi anche.
Sul tema dell’incidentalità anche questo è dato nazionale, il 70 per cento degli incidenti e il 40 per cento dei morti non avviene in autostrada, avviene in centro urbano, è vero, in centro urbano ci sono molte più macchine rapportato al sistema complessivo, ma è un dato molto forte anche perché di questo 40 per cento dei morti la percentuale più grande è determinata dalle utenze cosiddette vulnerabili. Quindi pedoni, biciclette e motocicli.
Ma c’è anche un problema sanitario. L’Oms piuttosto che il nostro Ministero della Salute evidenzia come l’obesità infantile, come le malattie respiratorie in crescita sono strettamente legate al modello di mobilità legato all’automobile privata. Quindi dobbiamo pensare a delle alternative a muoversi solo con la macchina, sia chiaro non è fare la guerra alla macchina, è trovare soltanto delle possibilità diverse per chi, in modo che chi può possa utilizzare mezzi diversi per muoversi.
Rapportando tutto questo discorso al Comune di Arco su cosa ci muoveremo, dico su cosa ci muoveremo perché in realtà oggi stiamo pensando a quello che sarà il Pum di Arco. Non è, non abbiamo ancora costruito il Pum di Arco. Allora ci muoveremo sicuramente sul tentativo di incentivare il traffico non motorizzato, cosa vuole dire, fare delle politiche affinché le persone, bambini, anziani, ma anche adulti possano muoversi a piedi o in bicicletta in modo sicuro e quindi più numerose possono essere le persone, che ad un certo punto scelgono di muoversi all’interno di Arco ma anche all’interno delle relazioni Riva – Arco per esempio, piuttosto che Dro – Arco, cioè a dire due relazioni anche facili in bicicletta, con dei mezzi che siano alternativi al mezzo privato. Questo vuole dire fare delle politiche di facilitazione della mobilità ciclabile che non vuole dire costruire più piste ciclabili, vuole dire anche fare per piste ciclabili ma non è questo il problema, il problema è trovare delle, dei modi affinché le biciclette anche su una strada normale, magari residenziale, magari all'interno di un quartiere possano muoversi in sicurezza.
Ci sarà anche una valutazione di come razionalizzare, di cosa inserire a livello di trasporto pubblico per migliorare le relazioni soprattutto nell’Alto Garda. Una valutazione sugli accessi alla macroarea a monte di tutto questo dovevo dire e lo dico adesso che in realtà il piano della mobilità è il piano della mobilità di Arco, noi avevamo avuto ad agosto anche l’incarico del Comune di Riva del Garda proprio perché prima di tutto l’amministrazione di Arco mi è parso di capire ha visto che il piano di mobilità non può essere il piano di mobilità di Arco perché il problema della mobilità non è il problema di Arco, è almeno il problema della Busa, presa nella sua interezza, almeno il problema di tutto l’Alto Garda, della comunità di valle, il nome che volete dare a questo insieme di realtà che in realtà sono strettamente connesse per vari motivi ma soprattutto dal punto di vista della mobilità.
E quindi spesso citeremo la macroarea anche se adesso sembra io dico il piano di Arco, il piano di Riva arriverà un po’ in coda, cercheremo di fare già adesso alcuni ragionamenti di macroarea cioè Alto Garda, Busa, il nome che vogliamo dargli.
Alcune riflessioni sull’adeguamento e miglioramento del sistema della sosta, nei passaggi che diciamo penseremo e una forte, una attenzione anche alla sicurezza stradale.
Quello che vorremmo mettere come nodo iniziale del Pum è la multimodalità, è quello che ho detto prima, pensare che fra dieci anni, non dico fra due anni, adesso non so il tempo lo si costruirà anche in funzione delle risorse, ed anche dei processi che è necessario mettere in atto che sono anche processi lunghi perché sono anche processi di informazione, cultura delle persone. Mettere a servizio del cittadino una serie numerosa di opzioni che possano fare in modo che il cittadino possa scegliere l’opzione migliore in quel momento strategica per fare quello spostamento. Io mi immagino un giorno che a Arco si possa prendere, mi sveglio la mattina, devo andare a Riva magari non per lavoro ma per farmi un giro e con la mia card che ho in tasca che funziona anche per il trasporto pubblico ma prendo la bici in bike sharing, che è una bici elettrica, siccome che non me la compro la bici elettrica perché costa, la prendo in bike sharing cioè un noleggio automatico, la prendo. Arrivo a Riva, la metto giù dove voglio a Riva, dove voglio negli stalli adeguati, ma la lascio a Riva, poi in realtà volevo comperare quattro libri che pesano, li compero e decido che per salire non ho voglia di usare la bici ma prendo il trasporto pubblico, oppure prendo con la stessa card una macchina in care sharing e torno a Arco e la lascio a Arco. O ancora sono molto giovane, e spigliato, ho la mia tessera dello Iungo che è uguale alla tessera con cui ho preso la bicicletta e faccio iungo e torno da via Santa Caterina che è un canale unico di automobili, iungo è una specie di autostop certificato e salgo con questo sistema. Ho molte possibilità. E le metto in pratica.
Queste cose in realtà esistono già laddove hanno cominciato 15 anni fa a farle.
Salto qualcosa perché sennò stiamo qua tanto.
I tre temi su cui coniugheremo quasi sicuramente il piano, magari ce ne saranno altri che verranno fuori da queste serate, sono la accessibilità a Arco alla città, al sistema di macroarea, le relazioni interne ai Comuni dell’Alto Garda e i movimenti interni alla città. La fotografia dell’esistente che abbiamo fatto e che ci aiuterà a capire quei tre sistemi come si muovono anche dal punto di vista dei flussi veicolari e dei numeri, per dare anche una quantificazione ai problemi che stiamo per affrontare, sono rappresentati in questa, velocemente in questa slide, abbiamo fatto 11 incroci con delle telecamere e li abbiamo monitorati la mattina e la sera di un giorno feriale medio, e 12 sezioni in cui abbiamo messo delle macchine automatiche che hanno contato in una settimana 24 ore su 24 i passaggi di auto e la velocità delle auto. Su sei di queste sezioni abbiamo fatto anche delle interviste in ingresso ai conducenti dei veicoli ad ora di punta al mattino e ad ora di punta della sera per capire la gente che entrava come si muoveva, dove andava perché faceva quello spostamento dove andava a parcheggiare etc..
Le sezioni sono, ho perso il mouse, le sezioni sono queste, al contorno di Arco, questo è Arco, qui c’è il ponte, via della Cinta, la piazza centrale, questa è la circonvallazione, via grande circonvallazione e poi via Santa Caterina e via Sant’Andrea.
Le sezioni sono al contorno, gli incroci sono in parte al contorno e in parte dentro. Cosa ne è venuto fuori, ne è venuto fuori, scusate, dopo abbiamo *** fuori da quei dati che abbiamo raccolto cominciamo a fare dei ragionamenti però collegandoli ai primi temi che abbiamo, su cui abbiamo cominciato a ragionare, abbiamo visto che ci possono essere delle criticità da affrontare.
Allora per quanto riguarda il sistema infrastrutturale di adduzione quindi il primo tema, il tema di, l’ingresso a Arco, c’è un tema legato al nuovo reticolo di viabilità interna che è il reticolo nuovo sud, con via Moro, Sant’Isidoro, e Santa Caterina che poi vedremo meglio rappresentato, il prossimo completamento collegato a questo sistema della circonvallazione ovest di Riva e poi il collegamento che è attualmente in studio della Provincia l’Oppio - Busa quindi la statale 240.
I dati per ragionare su questi temi. Allora dai dati che abbiamo raccolto nel modo in cui prima molto velocemente vi ho raccontato abbiamo estrapolato questo primo macrodato, 20 mila veicoli bidirezionali nelle 24 ore passano alla sezione diciamo che scende da Dro, che scende da nord, prima della rotatoria della circonvallazione nuova, 11500, li abbiamo contati sempre, giorno feriale medio maggio, veicoli equivalenti cioè in questo caso, e quindi in questo caso vuole dire che i tir per esempio pesano tre macchine, 11500 viale Rovereto, 47 mila veicoli bidirezionali maggio, giorno feriale medio, sono quelli che salgono da sud, da Linfano, via Moro, Santa Caterina e la strada delle grazie, verso Riva in realtà, sotto Sant’Andrea, a sud di Sant’Andrea, di via Sant’Andrea. A luglio crescono leggermente ma non di tanto. Questo è maggio, questo è luglio, vedete che crescono un po’, mille veicoli circa, 1500, 3 mila invece dall’area sotto, tra maggio e luglio nonostante maggio fosse prima della chiusura delle scuole, luglio fosse invece in periodo, è stato fatto subito dopo la chiusura dei mondiali di arrampicata, e maggio e luglio non sono molto differenti, questa è una nostra elaborazione dai dati della Provincia, sulla zona di Riva più che di Arco, ma la tendenza è uguale, e si vede che infatti maggio rispetto a luglio è più alto ma non in maniera significativa, la vera morbida voi ce l’avete in febbraio. Il vero periodo di morbida dal punto di vista del traffico. Qui nel dettaglio, un po’ più in dettaglio i flussi come sono, vedete dalla direzione Dro ne abbiamo circa 20 mila, ne abbiamo 10 mila, 12 mila che vengono da viale Rovereto e poi da sud viale Santa Caterina e l’altro molto carico. Vedremo dopo alcune considerazioni invece sui flussi interni, come per esempio via della Cinta, ma questa slide la riproporremo. Questo è la stessa cosa di luglio ma la slide di prima facendo vedere accorpato dava più chiarezza dei flussi. Quello che non si vedeva prima era in quei 47 mila o 50 mila veicoli bidirezionali quanto pesava Santa Caterina, che è assolutamente chiaramente la strada che pesa dal punto di vista del traffico in maniera più forte rispetto alle altre. Paragonabile alla direzione da Dro.
Di questo traffico dalle interviste abbiamo dedotto che tipo di traffico è. Allora il 21 per cento attraversa, vuole dire che non ferma o non parte a Arco, lo attraversa. Interno perché le sezioni che avete visto erano al perimetro ma c’era per esempio Bolognano, era fuori quindi gente di Bolognano che andava a Arco per noi è interna perché comunque è dentro Arco, circa il 13 per cento, interessante e lo specifico, lo specifico è molto alto, siamo a 42 per cento più 24 per cento che è la relazione solo Arco – Riva cioè di tutto il traffico che abbiamo visto la relazione Arco – Riva pesa quasi il 25 per cento. Quindi quasi un quarto. Vedremo poi nell’altra slide che i Comuni della comunità di valle pesano per un 75 per cento di questi spostamenti, cioè il 75 per cento dei flussi monitorati si relazionano tra Comuni della comunità di valle. A maggiore ragione l’importanza di prendere in considerazione tutto l’Alto Garda, tutta la comunità di valle almeno per le valutazioni del piano di mobilità. Anche qui da maggio e luglio non cambia molto, non stiamo neanche ad approfondire.
Su questa slide vediamo le intersezioni, ci concentriamo in questa parte, poi le altre le vedremo dopo, questa è via Circonvallazione, via Santa Caterina, via Sant’Andrea e perché questo è il nodo se vogliamo pure essendo fuori dal centro abitato, quindi in condizioni di pressione dal punto di vista della residenza molto bassa, però è il nodo che vede i flussi di traffico più forti, ed è il nodo su cui si concentra la costruzione del completamento del reticolo a sud con via Moro e via Sant’Isidoro perché come vedete soprattutto il nodo tra via Santa Caterina e via grande Circonvallazione vede 1250 veicoli, 837 veicoli, quasi mille veicoli in ingresso, questo in un giorno feriale medio alla mattina, 7 e 30, scusate questo è già la… questa è la mattina, anzi è sbagliato qua, scusate questa è la mattina e alla sera aumenta leggermente. E’ sbagliato la scritta sotto. Questa è mattina e questa è sera. Alla sera cresce leggermente perché si sovrappongono i movimenti anche di ritorno, i momenti legati soprattutto agli acquisti. Quindi la struttura del completamento del sistema a sud di Arco che è questo sistema scusate in rosetta e quindi sicuramente via Moro con il collegamento di via Sant’Isidoro verso la rotatoria di via Sant’Andrea e poi il collegamento con la strada di Lonzano più a sud permettono di chiudere un percorso che poi si relazionerà in maniera forte anche con la variante ovest di Riva, con la circonvallazione ovest di Riva, quando sarà completata tendenzialmente l’anno prossimo, e costruisce e se vogliamo chiude in maniera completa la chiusura del sistema circonvallatorio saltando questo nodo su cui come detto si sovrappongono in maniera molto forte le componenti ancora legate all’abitato di Arco e al sistema dei centri commerciali.
L’altro tema è sempre legato al sistema infrastrutturale di adduzione quindi all’ingresso della macroarea è il sistema diciamo del trasporto pubblico, mettiamo solo questa slide, poi probabilmente faremo anche altri aggiornamenti, è diciamo sicuramente, soprattutto per noi che lo stiamo affrontando dal punto di vista del Pum in questo momento, un collegamento Arco Mori che non sia unicamente di tipo stradale, ma che sia anche di tipo ferroviario o di tipo di metropolitana potrebbe essere una cosa, anzi sarà sicuramente una cosa interessante da investigare. Con tutti i ragionamenti che poi ci sono da fare a latere rispetto a costi e benefici su cui chiaramente non entreremo più di tanto nel dettaglio perché c’è chi lo sta facendo a livello chiaramente di intera Provincia.
Per quanto riguarda invece il sistema dell’Alto Garda quello che diceva prima è fondamentale, prendere in considerazione Arco all’interno dell’Alto Garda perché come ho detto prima il 75 per cento dei flussi che abbiamo monitorato tramite le interviste abbiamo visto essere, essere flussi che interessano Comuni della comunità di valle, quindi relazioni interne o che nascono e passano da Arco, ma comunque interne o specifiche ma della comunità di valle quindi diciamo tre quarti dei vostri flussi sono flussi che interessano la comunità di valle quindi in qualche modo con essa dovremmo, vi dovrete, più che dovremo, vi dovete relazionarvi. Sul sistema dell’Alto Garda sicuramente si può fare un ragionamento di razionalizzazione del trasporto pubblico locale, anche se molto, almeno rispetto ad altre realtà che conosco fuori dal Trentino è stato fatto sul Tpl ma prendiamo in considerazione anche la mobilità ciclabile, Arco – Riva distano 5 chilometri, la comunità europea ci dice che oltre i 5 chilometri ma noi siamo in Italia, diciamo 5 chilometri, è assolutamente una distanza compatibile con la mobilità ciclabile di tipo pendolare, quindi casa scuola, casa lavoro. E quindi la potenzialità della mobilità ciclabile su questa relazione ma anche direi Arco – Dro è sicuramente, Dro per dire insomma la valle del Sarca è sicuramente una relazione su cui dobbiamo lavorare e capire come sviluppare. Lo dico adesso perché dopo non avrò tempo, su queste cose bisogna fare molte azioni anche con i privati, con le grandi industrie per esempio che abbiamo non tanto a Arco magari, anche a Arco ma anche per esempio a Riva per gestire dei processi di mobility management che vuole dire fare in modo che i dipendenti di queste realtà ma anche i dipendenti dell’amministrazione pubblica siano in qualche modo invogliati ad usare mezzi alternativi per esempio la bicicletta e le modalità per farlo ci sono e sono anche sperimentate con buoni risultati in altre parti.
La bicicletta, molto velocemente, abbiamo chiesto in quelle interviste se quello spostamento che stavano facendo in auto potevano effettuarlo con altro mezzo, e il 35 per cento delle persone ci ha detto: sì, abbiamo potuto farlo con altro mezzo, stiamo parlando di spostamenti spesso, alla corona, quindi non spostamento interni a Arco, se chiedevamo gli spostamenti interni a Arco sicuramente il valore era più alto. Il 35 per cento hanno detto sì. E per la bicicletta lasciamo stare che il 70 per cento non ci ha risposto, non ci ha detto qual era il mezzo alternativo, ma di chi ha risposto qual era il mezzo alternativo il 10 per cento, più del 10 per cento ci ha detto che la bicicletta poteva essere il mezzo alternativo. Dico anche la cosa negativa, che in realtà quando abbiamo chiesto la propensione reale ad usare il mezzo alternativo non è che ci hanno detto, noi davamo un punteggio da 1 a 10, 1 non ho nessuna propensione, 10 buona propensione. Nessuno ci ha risposto, cioè i numeri delle persone che ci hanno risposto sono bassissimi, quindi non ci hanno detto no, ma non ci hanno neanche voluto dire sì. E questo se volete è un dato negativo perché evidenzia che bisogna fare un lavoro anche di comunicazione su questa cosa. Il mezzo alternativo è soprattutto la bicicletta per le sezioni da Dro e per le sezioni che arrivano da sud soprattutto San Giorgio, nonostante San Giorgio sia una strada bruttissima andarci in bicicletta e Santa Caterina su cui invece almeno in parte, in buona parte, quasi completamente c’è una pista ciclabile.
Questa la saltiamo, ***. Sul sistema dell’Alto Garda e quindi le relazioni dell’Alto Garda bisogna anche lavorare molto sui sistemi innovativi, non ve li dico tutti insomma, il Comune sta già lavorando sulla mobilità elettrica, etc. etc., c’è lo Iungo che funziona in Valsugana, in Trentino sta funzionando molto bene. E che secondo me doveva essere una cosa perché siete un tipico caso da iungo nel senso che i canali in cui si muovono i pendolari sono Santa Caterina e le relazioni di Dro e la relazione con Dro e sono proprio canali in cui è facile usare questo sistema alternativo. Spero che tutti sappiate cosa è iungo sennò dopo ve lo dico…
Sul sistema dell’Alto Garda, ancora, anche sui parcheggi di testata, in realtà Arco su questo ha già fatto un buonissimo lavoro, sta facendo in questo momento altri lavori sui parcheggi di testata, adesso forse l’azione sarà capire come magari farli funzionare meglio alcuni, ovviamente Caneve che è sottoutilizzato, almeno era sottoutilizzato a maggio, mi sembra vedendo che sia sempre più utilizzato adesso e bisogna fare delle azioni di comunicazione anche in quel caso comunque anche di altro tipo per rafforzare questi parcheggi di testata.
Sulla mobilità interna, nuova accessibilità al centro, bisogna secondo noi, abbiamo visto alcuni dati, c’è ancora un attraversamento forte del centro storico, chiamiamolo il centro storico, di via Della Cinta, del canale che porta fino a via Santa Caterina, é un attraversamento che bisogna in qualche modo riqualificare, abbiamo visto prima e lo rivediamo qua, che ci sono 16 mila veicoli che interessano in un giorno feriale o medio, via Della Cinta che sono rapportabili ai 20 mila che abbiamo sulla circonvallazione. Via Della Cinta non è una strada né che può né che deve assorbire questo tipo di traffico, deve assorbire il traffico che entra perché deve essere l’ingresso se vogliamo anche il biglietto da visita per l’ingresso a Arco, ma non può assorbire un traffico di attraversamento, almeno nella nostra idea, sicuramente non può assorbire un traffico di attraversamento, né tanto meno visto anche le caratteristiche un numero di veicoli di questo tipo, penso all’incrocio tra il ponte, via Della Cinta, Prabi e l’ingresso della Ztl dove tra 16 mila veicoli che transitano che sono di più in quel caso, perché ci sono tutti quelli che vanno a Prabi, Prabi è aumentata moltissimo e i pedoni che si muovono in tutte le direzioni richiama necessariamente un sistema di messa in sicurezza che probabilmente passa oltre che per delle relazioni infrastrutturali anche per una riduzione del numero dei veicoli che transitano. Guardando dove andavano le persone abbiamo fatto anche la domanda se attraversi e vai verso Riva o verso diciamo verso Riva o in quella direzione usi la circonvallazione o no?, di tutti quelli che hanno risposto diciamo e che, di tutti quelli che hanno risposto alla domanda passando da quella sezione diciamo prima della rotatoria della circonvallazione, il 7 per cento andava verso Riva e non prendeva la circonvallazione, il 19 per cento andava verso Riva, o altri posti in quella direzione e prendeva la circonvallazione, gli altri andavano in altre direzioni e non ci interessava in questa slide. Da sud chi prende la circonvallazione è, diciamo chi non prende la circonvallazione è un numero inferiore di veicoli, un numero inferiore di percentuale ma chiaramente rapportato ad un numero di veicoli molto superiore, quindi abbiamo un numero di veicoli che transitano in attraversamento che potremmo tagliare, più probabilmente anche un riequilibrio del sistema della sosta per rafforzare Caneve e per cercare che la gente venga a Arco entrando da Caneve.
Ci sono poi delle zone interne importanti poli attrattori, penso l’ospedale, penso a tutte le scuole, per cui bisogna cercare di migliorare il sistema di accessibilità, con l’auto ma anche e soprattutto visto che sono interne, a piedi e in bicicletta. Anche in questo caso vi faccio vedere questa slide che fa vedere come tra il 2005 e il 2011 va beh, adesso vi dico, vi concentro l’attenzione solo qua, tutta la zona di via Frumento, via Nuova, va beh, via Frumento, via Nuova, via De Gasperi sono tutte zone in cui il traffico è aumentato in maniera estremamente significativa. Fino al 163 per cento di via Frumento che partiva da un valore assoluto molto basso, bisogna anche tenere conto che i valori assoluti iniziali di via Frumento erano molto bassi e quindi ha avuto una impennata molto forte. Però comunque è chiaramente un aumento che evidenzia che l’ospedale sta lavorando di più perché in questi cinque, sei anni c’è stato anche uno sviluppo probabilmente dell’ospedale, ma che quel sistema in qualche modo su quel sistema dovremo fare un ragionamento. Va beh, questo lasciamo perdere.
Ed infine la mobilità dolce, piedi, bicicletta, faremo un ragionamento molto forte sugli ambiti residenziali, sugli ambiti sensibili, le zone degli ospedali, le scuole, e per attivare dei processi di trasformazione di questi ambiti di trasformazione anche delle strade affinché autoveicoli, pedoni e biciclette possano muoversi in promiscuo perché in questi ambiti non abbiamo spazi perché le piste ciclabili ne vanno create, mettendo però tutti in sicurezza, questi sono processi legali per esempio alla progettazione delle isole ambientali che sono introdotte dal decreto di, della linea guida per l’attuazione dei piani del traffico, oltre che dal codice della strada e che identifica degli ambiti in cui vanno fatti interventi affinché le auto principalmente si muovano con attenzione al contesto in cui si muovono, quindi l’attenzione *** in un contesto in cui ci poteva essere un bambino in bicicletta, vai piano e stai attento. Ed andare piano vuole dire fare i trenta, quindi imporre e per me andrebbe imposto a tutto Arco, questo sarà un ragionamento di altro tipo, una velocità di 30 km. all’ora, attenzione in ambito urbano la velocità di 30 km. all’ora non vuole dire che ci si mette di più, vuole dire che ci si mette di meno ad uscire da Arco, se faccio i 30 km. all’ora su una strada principale dove ho quattro intersezioni, le macchine che devono uscire dalle quattro intersezioni escono almeno due minuti prima, perché 30 km. gli lasci la possibilità di uscire in sicurezza. Sennò uno sta fermo lì aspettando che questi che passano ai 50 gli passino davanti, quindi non è vero che i 30 km. all’ora come spesso si sente in ambito urbano determinano dei rallentamenti, anzi a parte il fatto che per le dimensioni di Arco fare 30, fare 50 non cambia niente, dal punto di vista tempo per fare il percorso che serve per uscire.
L’ultima cosa sulla sosta, poi ho finito, abbiamo monitorato, stallo per stallo la tipologia di sosta in atto oggi, forse si vede qua, si vede anche un pochettino, in grigio disco orario, in blu pagamento, in verde libero, e poi vari riservati che non li stiamo a guardare. Abbiamo fatto una fotografia maggio e poi luglio tra le 10 e mezzogiorno dell’occupazione di questi posti, i pallini rossi sono stalli occupati, i pallini verdi sono stalli ancora liberi. Questa fotografia evidenzia, questo è maggio, luglio non cambia molto, come si saturino i posti a disco orario, rimangono invece abbastanza liberi i posti a pagamento, cioè a pagamento si riesce sempre a trovare posto, si satura completamente il parcheggio del campo sportivo che è legato al pendolarismo e quindi quello si satura, ma nell’ambito centrale fatto salvo un pochettino questo ambito dove ci sono meno posti auto e dove si saturano tutti, c’è sempre la possibilità di trovare un posto a pagamento che vuole dire abbattere il traffico parassitario, questo è dal punto di vista del teoria e penso a Arco anche della pratica un’ottima conformazione della sosta. Dobbiamo sicuramente lavorare su Caneve anche se forse già il tempo ci sta aiutando, e l’altra considerazione, questa ve la salto, vi faccio vedere soltanto questa cosa, questo è il Foro Boario e abbiamo su tre parcheggi, su tre aree di sosta fatto un passaggio ogni mezz'ora tra le 7 e le 19 per vedere quando si riempiva e quando si svuotava e il turnover cioè quando le macchine stavano ferme sullo stallo di sosta. La cosa interessante è vedere come il disco orario si satura praticamente subito alla mattina già alle otto e trenta e poi al pomeriggio si satura completamente, mentre a pagamento si riesce sempre a trovare un posto anzi a pagamento direi che il parcheggio è sottoutilizzato. Luglio non ce l’ho, luglio è diverso, luglio si tende a riempire anche il pagamento ma comunque il pagamento trova, ha sempre un coefficiente di saturazione, un coefficiente scusate di occupazione che è sotto o pari al 50 per cento e per cui è sempre, quasi sempre possibile trovare un posto libero, quindi dal punto di vista del traffico parassitario questo tendenzialmente il problema della sosta non è un grosso problema. Fatto salvo forse come dicevamo in alcune aree più ad ovest.
Io con questo correndo ho finito. Vi ringrazio.

VICE PRESIDENTE
Prego Assessore Bresciani.

ASS. BRESCIANI
Grazie signor Presidente. Bene, avete visto queste sono l’esito appunto di tre mesi indagini, il piano urbano della mobilità è una occasione per diciamo il nostro territorio, ed è per questo che il processo deve essere il processo partecipato. Per questo che abbiamo individuato questo iter che è composto dai quattro tavoli, quello con la società civile c’è già stato, quello di questa sera che è con il Consiglio comunale, e giovedì ci sarà come ha già ricordato il Presidente del Consiglio, quello con le categorie economiche, e poi quello con i comitati di partecipazione. In modo da arrivare a una definizione sempre maggiore diciamo delle sollecitazioni dall’esterno. E abbiamo visto adesso le analisi delle dinamiche di traffico e della mobilità, sono state appunto tre mesi di indagini, indagini si sono svolte in periodo scolastico, in periodo turistico, quindi hanno analizzato diciamo a 360 gradi quasi tutte le occasioni di traffico. Poi c’è stata la raccolta di tutti i dati esistenti, i dati del Mistry se non sbaglio che è la banca dati sull’incidente, quindi sull’incidentalità, quindi questo è uno degli elementi che permetterà di verificare i punti critici, le criticità, e il trasporto pubblico locale, le piste ciclabili e così via. Sono stati distribuiti nel primo tavolo anche dei questionari che sono stati consegnati, anche questo fa parte del processo partecipativo, inoltre abbiamo così come ci siamo ripromessi in questa aula, abbiamo consegnato ai tecnici mobility anche tutte quelle interrogazioni, mozioni, cioè tutte le sollecitazioni che questo Consiglio aveva fatto sul tema della mobilità, questo non tanto per il contenuto dell’interrogazione, della mozione ma quanto perché erano elementi che denunciavano dei momenti di criticità, quindi abbiamo considerato tutto. Al termine del tavolo, cioè di tutti i tavoli, quindi questo è la parte delle analisi, con tutte le sollecitazioni e i tecnici predisporranno quindi un modello, un modello, una simulazione di quello che può essere il piano della mobilità, e questo tornerà poi in questo Consiglio comunale questa volta al Consiglio comunale ufficiale per la approvazione. Si pensava poi di, conoscendo che tutte le cose vanno tarate, di attuare un periodo di sperimentazione che può essere sei, sette, otto mesi per abbracciare di nuovo i due periodi, il periodo scolastico, il periodo turistico, eventualmente tarare poi sulla base delle criticità sopraggiunte e quello che è il modello e dopo avere una definizione diciamo di quello che può essere la nuova mobilità interna a Arco.
E’ chiaro che qui non parliamo della viabilità di accesso, perché quello è un altro tema, la mobilità interna è un tema che tiene sì conto della viabilità di accesso, ma deve essere pronto anche per accogliere quella, ecco perché abbiamo chiesto di inserire la slide legata al nuovo reticolo, ma deve essere pronta a quello che è, che sarà il carico o le modifiche dovute alla nuova viabilità.
Io adesso lascerei la parola al dibattito, forse il signor Sindaco vuole dire qualcosa. Lascio la parola al signor Sindaco e dopo apriamo il dibattito, grazie.

SINDACO
Bene grazie, e Presidente grazie innanzitutto all’ingegnere Seneci e all’Assessore Bresciani, questa è già la terza ripetizione che mi sento, quindi posso andare a memoria. Ma è sempre interessante perché qualche spunto… e per si riflette, si riflette, si fanno delle sintesi, delle sintesi nuove. Diciamo l’abbiamo già fatta come diceva prima aperta al pubblico, era abbastanza partecipata al Consiglio, io ringrazio tutti i Consiglieri presenti comunque sia per essere un Consiglio fuori orario, non pagato, sottolineo, è una partecipazione straordinaria, vuole dire che il punto pure essendo la terza volta che alcuni di voi lo sente, ha bisogno proprio di essere metabolizzato, questo sottolinea quanto importante è questo tema, quindi non è un argomento facile. Sappiamo bene che quando si mette mano a quelle che sono abitudini, consuetudini diciamo delle persone che vanno bene o male al lavoro, si spostano per altri motivi, c’è sempre una forma, una forma quanto meno di, così non di opposizione, però di perplessità. E’ compito nostro evidentemente essere certi che quello che andremo a implementare previi passaggi, modifiche ed input che riceveremo da tutti sia quello che è interesse della comunità sì, ma soprattutto di quello che è l’ambiente, cioè rendere più vivibile Arco, perché è chiaro che spostarsi da nord a sud o da est ad ovest della città ce la fai. In qualsiasi modo. Ma il problema è dare razionalità, velocità e possibilmente consumare anche meno carburante in code attese, e tutte quelle amenità che poi creano inquinamento. Lo studio è serio, personalmente e credo anche, parlo a nome della Giunta, mi ha abbastanza convinto, ci sono state delle, già degli interscambi diciamo, quelli che sono, che chiamo io delle raffinazioni per disegnarle addosso a quello che è la città, perché anche un professionista per bravo che sia non può sicuramente conoscere quelli che sono percorsi preferenziali o tutte le vie, le viuzze della città, è un prodotto buono. L’ho già detto, lo ripeto, su cui c’è del materiale buono, una piattaforma su cui lavorare e su cui lavoreremo, e con determinazione. Questo lo voglio anticipare, cioè non è che abbiamo commissionato uno studio per dire l’abbiamo commissionato, ci lavoreremo e qualcosa, qualcosa cambieremo. Questo è sicuro. Cosa lo vedremo, dobbiamo valutarlo ancora bene tra di noi, ed ogni critica e qui lo dico a tutti, a tutti, soprattutto ai Consiglieri di opposizione ma anche quelli… ogni critica, ogni osservazione, ogni sottolineatura è assolutamente benvenuta. Anzi auspicata. Perché mi risulta che sia la prima volta che facciamo un approccio così sistemico ed arriva proprio come tempistica, non è casuale questo studio, arriva esattamente diciamo in un periodo, in un periodo in cui c’è molto fermento, molto dibattito, su quella che è la viabilità esterna. Insomma abbiamo notato, l’avete visto dai giornali, prese di posizione, opinioni soprattutto, la mia se volete, anche quella di altri sindaci, anche gente che la pensa in modo diverso, ci mancherebbe e su cui il Consiglio sarà, sarà nuovamente tenuto ad esprimersi, dopo avere sentito la presentazione del vice Presidente Paker e del loro staff tecnico, come armonizzare questa viabilità esterna con la mobilità interna, non devono essere due progetti avulsi. Almeno a grandi linee sappiamo ciò che dovrebbe succedere, quel reticolo interno rosa che parlava prima, è quello che dovrebbe essere pronto, dovrebbe essere pronto per… è una spirale virtuosa questa, dovrebbe essere pronto in due, tre anni. Noi auspichiamo, auspichiamo con forza che deve essere pronto prima della circonvallazione di Riva e questo è stato un bel esempio di pianificazione sbagliata, di nuovo della Provincia. Perché non puoi fare il bypass di Riva ossia da quella piccola circonvallazione di Sant’Andrea, che interseca Sant’Andrea e Isidoro con via Santa Caterina, fare questo bellissimo bypass di Riva che passa da Ceole, e sbucerà sulla galleria del Monte Oro, è assurdo averla fatta senza pensare e dopo? Dove vanno le macchine? Vanno a sbattere nella aioletta lì del Sant’Andrea e finisce lì. O fanno il giro, il girotondo, le rispediamo di nuovo a Riva e tornano indietro… quindi questo è un classico esempio di un errore di pianificazione della Provincia, prima di aprire quella lì dovremo avere il reticolo nostro, quindi via Sant’Isidoro aperta, via Aldo Moro allargata e via Sabbioni. Per accettare, pronta per ricevere quello che sarà il futuro tunnel. E in questo contesto quindi il tutto, speriamo succeda nei prossimi tre, quattro, cinque anni, quindi è un periodo questi prossimi tre, cinque anni che ci stanno davanti, importante, in cui dovremo, dovremo vedere, mutare, quindi entrambi gli strati, la viabilità esterna con la viabilità, mobilità interna, che dialoghino, che si prendano e possibilmente che siano il più compatibili possibili. Quindi questo è un po’ l’auspicio, è qualche informazione aggiuntiva che volevo dare, ma il traffico che vediamo tutti i giorni, l’ingegnere Seneci l’ha prospettato bene, ci sono due, tre criticità già individuate, possiamo già farle con nomi e cognomi, via della Cinta è una criticità. Perché noi diciamo che via della Cinta è un nastro di asfalto che spacca in due o in uno e mezzo, cioè questo nastro di asfalto che separa il fiume dal borgo medioevale, l’ideale sarebbe saldare il fiume con il borgo medioevale, c’è via della Cinta ed è lì. Ed è lì, quindi vedremo, vedremo di ottimizzare questa situazione, un’altra è diciamo l’entrata e l’uscita dall’ospedale, l’ospedale è un polo importante della sanità, e lì si è visto che c’è da lavorarci insomma, via Santa Caterina anche è una situazione critica, anche se via Santa Caterina dovrebbe subire un alleggerimento il giorno che avremo il reticolo aperto, reticolo, quindi via Aldo Moro, via Sant’Isidoro con il flusso che viene da nord, da nord est. Queste sono quelle cose che evidentemente devono essere studiate a tavolino, quindi con dei dati, ci sono dei dati, misurati, non immaginati, secondo me ah, lì c’è sempre la coda, ah, lì c’è sempre la rotonda… fermi, adesso quantifichiamo ed è stato quantificato bene. Con dei dati quantificati si possono cominciare a fare dei ragionamenti e delle prove, o esperimenti e rimodificare, le cose vanno misurate, misurate, contate, questo è l’abbici credo dell’approccio e della soluzione di qualsiasi tipo di problema. È tutto qui, credo che abbiamo già detto, detto quelli che sono i fondamentali, adesso se c’è qualcosa da aggiungere, l’Assessore Roberto Bresciani o Seneci o altrimenti benvenute ogni tipo di domanda che riterrete opportuno fare, grazie.

VICE PRESIDENTE
Ringrazio il Sindaco per questa, questo commento a sollecitazione diciamo per rompere il ghiaccio e da questo momento è aperto il dibattito. Prego Consigliere Morandini.

CONS. MORANDINI
Cerco di rompere il ghiaccio. Di solito ne sono anche capace insomma quindi comincio con una osservazione preliminare, noi siamo fra coloro i quali hanno assistito a questa presentazione per sole due volte, ovviamente ci aspettiamo fra quattro anni di farne noi la presentazione assistendo noi e facendola in prima persona tre volte noi prima. Quindi va beh, così è la vita.
Avremmo preferito che questa presentazione non fosse solo una presentazione a livello di maggioranza prima, poi del pubblico, poi ancora del Consiglio comunale in terza battuta. Penso che sarebbe stato a mio avviso più lineare il ragionamento se questo primo elemento di condivisione, perché parlo proprio di condivisione, fosse arrivato prima di tutto in Consiglio comunale perché viva Dio, sì, spetta chiaramente alla Giunta più che alla maggioranza definire quelli che sono gli elementi operativi ma spetta anche al Consiglio comunale suggerire, in effetti questo è il momento per il suggerimento e questo è diciamo così un aspetto di, diciamo così più di stile che di sostanza.
Per quanto riguarda la proposta portata avanti in termini di metodologia mi trova assolutamente d'accordo nel senso che è una proposta che deriva da una analisi di dettaglio fatta con il supporto dell’ingegnere Seneci che ovviamente ho apprezzato anche nella prima riunione, però non può e non deve fermarsi solo ad un dibattito di natura chiamerei ideologica, ma dobbiamo farlo diventare un dibattito che misura l’elemento culturale della città cioè la condivisione quindi cultura con la città. La città che deve essere garantita in questo contesto e difesa dalle aggressioni. Quando parlo di aggressioni sono aggressioni che sono quelle dovute all’inquinamento, all’inquinamento atmosferico, all’inquinamento visivo, all’inquinamento da rumore. Questo inquinamento comporta degrado, degrado non solo per noi cittadini di Arco ma anche per i nostri ospiti.
Allora per arrivare a questo non possiamo imporre, guardate ormai da molti anni mi occupo anche di questo, quando non vi è condivisione il progetto diventa una fonte inesauribile di lettere al giornale e di discussioni dove l’ultimo pensionato diventa il maggiore esperto di traffico e dove l’ultimo diciamo così benpensante diventa il luminare della situazione. Noi non possiamo arrivare a questa diciamo così, a questo modello che è già stato sperimentato in tantissime città. Se vuole dire questo, farci carico di una opera di, chiamiamola condivisione con la città questo è un passaggio diciamo per me lo ripeto, doveva essere il primo ma è lo stesso, è opportuno che ci sia stato in questo momento, ma è altrettanto opportuno che ce ne debbano essere altri, ma che la città percepisca che questo è un piano condiviso anche e soprattutto dal Consiglio comunale e non è un’opera ideologica o politica, cioè voglio dire, se condividiamo i risultati che vorremmo avere, quindi gli obiettivi e stiamo forse ovviamente l’abbiamo così capito che sono obiettivi a mio avviso condivisibili, bisogna che ci facciamo carico che non sia un piano che deriva da una scelta ripeto ideologica, è una scelta, deve essere condivisa e quindi la città deve percepire che questo Consiglio comunale che a mio avviso è l’unico e soprattutto il principale organo di valutazione e di approvazione, di proposte, sia il più possibile elemento che poi trasmette alla città una cinghia di trasmissione, il fatto che questo provvedimento è un provvedimento condiviso.
Per questo vi sottopongo alcune, una proposta metodologica, questa sera non possiamo condividere niente perché ovviamente dobbiamo lasciare tempo agli organismi tecnici, all’Assessore competente di definire quelle che sono le scalette, le scale di priorità e gli interventi che devono essere fatti. Però a mio avviso trovare il modo come Consiglieri comunali di non limitarci ad approvare o meno ma essere voglio dire interattivi con l’Assessore competente e con il tecnico o i tecnici incaricati, vuole dire fare in modo che una serie di proposte possano essere condivise fra di noi, cosa vuole dire, che se ognuno di noi si fa carico di trasmettere delle proposte all’amministrazione comunale, attraverso una, quasi un blog, voglio dire, ci troveremo in modo, in una situazione dove molte proposte possono anche essere sovrapponibili, no?, se le mettiamo in rete, nella famosa rete. Se sono sovrapponibili vuole dire che siamo d'accordo, se siamo d'accordo possiamo fare partire almeno su gran parte credo che poi alcune cose sono anche abbastanza ovvie, una diciamo eliminare una parte delle problematiche e concentrate su quelle che non siamo d'accordo. Ma su quelle che siamo d'accordo se le facciamo tutte e se io so, se il Consigliere a), b) e c) fa le stesse proposte delle mie direi che su questo possiamo fare un passo in avanti, anche perché ripeto la mia esperienza mi dice che se siamo d'accordo su determinati passaggi importanti, il resto è un aspetto veramente diciamo così di contorno. Quindi è una sollecitazione, non so se l’Assessore ritiene percorribile, fare pervenire o sollecitare, poi i capigruppo possono ovviamente a questo proposito definire quelle che sono le linee di alcuni passaggi che sono condivisi e poi lasciare al dibattito in aula quelli che sono gli elementi anche di non condivisione come sicuramente ci possono essere.
Vi dico alcuni aspetti che secondo me dovrebbero essere tenuti in considerazione. Mi ripropongo di, se l’amministrazione è d'accordo, di attivare per quanto mi compete questi elementi di, invece di mettermi a fare interrogazioni o interpellanze, credo che sia molto più utile trasmettere alla amministrazione quelle che sono le mie sensibilità al riguardo, ma non avrei nulla di ostativo se queste mie sollecitazioni e quelle degli altri venissero rese palesi a tutti i colleghi Consiglieri.
Ve ne dico tre, quattro, le prime che mi sono venute in mente, anche per non togliere spazio agli altri colleghi. Primo di tutto togliere il traffico, il Sindaco definisce parassita, ecco, io direi, sottolineo, togliere il traffico parassita in centro, l’abbiamo visto prima, ci sono migliaia di automobili che non devono passare per il centro, ci sono persone che utilizzano la macchina per passare in centro e magari lo passano con una macchina, con una persona come abbiamo visto che il tasso medio di occupazione è 1, 1 - 1, 2.
Secondo, riqualificare la mobilità interna, cosa vuole dire, che dobbiamo dedicare le strade prevalentemente, interne, prevalentemente alla mobilità pedonale e ciclabile. E per i residenti ovviamente se uno abita in centro è chiaro che se ha anche il posto auto in centro dobbiamo ovviamente lasciare l’accessibilità, ma tutto il resto deve essere espulso da un’area che è quella centrale allargata che non ci permette di essere assolutamente, di offrire questa nostra città a noi stessi ed ai nostri ospiti in modo adeguato.
Lasciamo perdere l’inquinamento e quindi il problema anche legato alle malattie. Togliere le soste incongruenti, che sono vicine e all'interno di questo centro allargato. Lo dico sapendo che non tutti qua, parlo anche forse con il Consigliere Lunelli non sono d'accordo, ma chiaramente non per questo non sono in grado di sottoporre o sono comunque in grado di sottoporre questa proposta, io reputo che due aree e in particolare questa qua del casinò, questa vicino al centro storico e quella del Foro Boario siano assolutamente fonte di traffico parassita, siano fonte di, sono assolutamente vicine al centro storico, si potrebbe trovare delle condizioni diciamo graduali adesso una scelta per me è stata fatta sbagliata che è quella di destinare il Foro Boario a sosta nella parte superiore, non la parte inferiore ovviamente, nella parte superiore, è una scelta a mio avviso che deve essere rimeditata, questo non vuole dire domani mattina togliere tutto, vuole dire razionalizzare, ridurre, destinare ad altri tipi di parcheggio. Questo è qualcosa, parlo del Foro Boario, ma parlo anche del casinò, questo vuole dire che anche i Consiglieri possono arrivare a piedi eh. Non è detto che i Consiglieri devono arrivare in macchina.
Selezionare in sicurezza i traffici, cosa vuole dire, se pensiamo a una accessibilità scolastica per esempio ci sono operatori scolastici qua no?, se pensiamo che dobbiamo mettere in condizione gli studenti o gli scolari di arrivare a scuola in condizioni di sicurezza, non tutti, non i più piccoli, ma ovviamente quelli magari dell’istruzione media possono arrivare anche a piedi o in bicicletta. Invece di arrivare con pulman di 70 – 80 – 100 posti, è chiaro che dobbiamo assicurare loro che non si relazionino con il traffico pesante e magari con gli stessi autobus o magari con i camion o i tir, perché è chiaro che sono incompatibili no?, però se troviamo un mezzo per fare arrivare in bicicletta da Bolognano alle scuole medie o da Romarzollo alle scuole medie in una condizione di assoluta sicurezza quello che noi facevamo, almeno per quelli della mia età, 50 anni fa è altrettanto vero che possono, possiamo farlo adesso con migliori biciclette, non così pesanti 15 o 20 chili e con magari un fondo dedicato e quindi con anche minore attrito no?
La seconda, l’accessibilità per lavoro trovo assolutamente inconcepibile che chi va a lavorare in centro vuoi in Comune, vuoi in banca, da altre parti si debba arrivare, magari spostandosi da qualche centinaio di metri in macchina. Quindi un sistema di blocco progressivo e graduale in modo da fare arrivare e da proteggere questo centro che si diceva prima. E l’accessibilità per shopping no?, o per vacanze con i parcheggi dedicati ma dobbiamo incentivare l’utilizzo di quel parcheggio che ho visto prima sempre verde, no?, dall’altra parte del Sarca, è verde e rimarrà verde tranne il periodo dei mercatini, allora o ci facciamo i mercatini tutto l’anno ed allora resta sempre rosso o ci mettiamo le automobili di coloro i quali vengono a lavorare in centro. A piedi e in bici quindi questo è lo slogan.
Secondo me se attuiamo questo procedimento per gradi sono delle cose che il piano della cosiddetta mobilità dovrebbe prendere in considerazione. Grazie.

VICE PRESIDENTE
Grazie Consigliere Morandini. Ho la prenotazione del Consigliere Bresciani e l’Assessore che vuole rispondere. Lasciamo magari la parola al Consigliere Bresciani e poi all’Assessore Bresciani.

CONS. BRESCIANI
Sì, grazie Presidente. Innanzitutto mi scuso per il ritardo, ma avevo già segnalato all’Assessore Bresciani che è un orario un po’ difficile, le 18 per chi lavora fino alle 19, 19 e 30, tra l’altro essendo un Consiglio informale quindi c’è difficoltà anche a imporre ai datori di lavoro il permesso, di questo me ne scuso, ma devo dire che abbiamo avuto modo comunque di potere valutare in via preventiva e materiale che cortesemente c’è stato messo a disposizione una richiesta anche fatta dall’Assessore, all’interno dell’area riservata sul sito del Comune. Voglio anche ringraziare l’Assessore Brescani e l’esecutivo per il metodo per cui è stato impostato diciamo la presentazione e la costituzione di questo piano urbano che anche noi riteniamo sia essenziale e importante che sia il più largamente condiviso possibile in maniera trasversale all’interno del Consiglio, è una esigenza di tutti, non è una esigenza all’interno della quale riteniamo debbano esserci particolari caratterizzazioni politiche insomma, chiaro che poi anche noi riporteremo i nostri contributi, i contributi che tra l’altro sono così spot, già stata discussione e specificatamente qualche volta in Consiglio comunale. E proprio avevamo rimandati a questa seduta ovvero inseriti all’interno di un contesto complessivo per avere un quadro, per capire se le scelte poi avrebbero potuto condizionarne delle altre.
Condividiamo in grandissima parte l’intervento del Consigliere Morandini, sia per quanto riguarda l’ambito chiamiamolo tecnico, quindi rispetto a tutta una serie di indicazioni che non ripeterò e però anche io mi ero appuntato e volevo eventualmente rilevare, sia per quanto riguarda la delicatezza rispetto al quale possa così nascere anche un tiro al bersaglio, no?, è facile, comitato che si schiera per la chiusura della via della Cinta piuttosto che quello di via Capitelli, piuttosto che quello di via Cavallo e etc. etc. insomma, questo è un elemento molto facile, se si vuole cavalcare situazioni di questo tipo saremmo veramente per giorni e giorni sulla stampa. Noi non abbiamo intenzione di fare questo.
Il materiale come dicevo, abbiamo avuto modo così di affrontarlo e di così valutarne anche l’aspetto, diciamo la compiutezza seppure essendo un lavoro ancora a tutt'oggi di monitoraggio e di analisi propedeutico alla costruzione poi del piano e doveva appunto essere così per essere infatti partecipato.
Io probabilmente Seneci, già vi saranno state date delle indicazioni anche perché sono state di dibattito consiliare o di mozioni o di interrogazioni ma le vorrei ripetere brevissimamente quali sono i punti sui quali avevamo chiesto appunto che fossero riconsiderati. Allora innanzitutto chiedo se lo strumento attuale che era in essere anche se non ha mai preso piede compiutamente nella amministrazione che era il piano urbano del traffico, uno strumento che era stato imposto dalla Provincia autonoma di Trento sul quale hanno lavorato tutti i Comuni, anche noi ne avevamo sviluppato uno, in parte alcuni aspetti a spot, erano stati adottati, un esempio ne è viale Santoni in cui c’era stato un intervento di proprio caratterizzazione di urbanizzazione dell’ambito stradale per rendere diciamo visivamente l’area principalmente utilizzati dai pedoni piuttosto che dagli automobilisti che come lei saprà meglio di me è uno di quegli elementi più morbidi per indurre alla riduzione del traffico senza fare delle scelte molto più precise. Questo starà a voi poi valutare. Ci trovate pienamente d'accordo nell’affrontare il problema di via della Cinta sia per ridurre poi si vedrà se con la soluzione diciamo radicale piuttosto che con delle soluzioni intermedie, per dare respiro all’ambito urbano arcense, ma per consentire anche di risolvere l’annoso problema del collegamento ciclopedonale che ahimé credo che sia uno dei più importanti gap che oggi ancora ci ritroviamo a partire dalla sponda del lago ad arrivare fino a Cadine. Gli altri o sono stati risolti o sono in fase di soluzione e questo è ancora lì. Evidentemente per una serie di difficoltà che probabilmente in altri ambiti non si sono trovate e questo potrebbe facilitarci anche su questo. Almeno su una parte.
L’altro elemento che era stato oggetto anche in passato di raccolta di firme che credo che vada quanto meno approfondito, era l’ambito di via Capitelli quindi anche lì valutare una eventuale riapertura con dei correttivi, è chiaro che bisognerebbe intervenire su via Marinoni etc., poi qualora ci fosse la riapertura a doppio senso oppure in alternativa fare anche lì degli elementi di dissuasione nell’attraversamento del traffico che possano rallentare la velocità. Perché da una parte si è tolto ovviamente un flusso in attraversamento creando un senso unico parziale, però dall’altra si tende ad aumentare la velocità perché è chiaro quando la strada è libera non vi è nessun'altra parte e quindi ripensarlo un pochino e rivalutarlo all’interno di quello.
L’altro aspetto l’ho già detto è via della Cinta, l’altro è un aspetto marginale su cui però voglio dire ci si è cavalcato molto in campagna elettorale dopo che è quello di via Cavallo, che non significa, la nostra posizione è sempre stata una posizione neutra, cioè risolviamo una situazione rispetto alla quale c’è una strada sotto dimensionata all’utilizzo che ha oggi. Io credo che anche alla luce della previsione urbanistica che andrà in adozione definitiva che sta, ridefinirà l’attraversamento dell’asse della strada provinciale da via Sant’Andrea su via Aldo Moro è chiaro che si possa tranquillamente ripensare anche quell’ambito. Ecco queste sono diciamo quegli elementi che erano stati dibattuti anche in Consiglio comunale, ci tenevo anche se penso che li abbiano già sottoposti insomma a ripresentarli appunto in questa sede e poi ci riserveremo se ci sarà un confronto che anche noi auspichiamo e sul quale siamo ben disponibili a collaborare magari entrando più nello specifico quando ci saranno voglio dire quei passaggi più concreti rispetto al lavoro che avete fatto fino adesso. Grazie.

VICE PRESIDENTE
Grazie Consigliere Bresciani. Prego Assessore.

ASS. BRESCIANI
Sì, grazie, ma due cose brevissime anche per rispondere alle prime sollecitazioni. Io credo che la proposta del Consigliere Morandini di istituire diciamo un blog potrebbe essere appunto verificheremo con l’informarsi del Comune se è possibile attivare un blog all’interno del sito ma credo sia possibile, in caso contrario potrebbe essere una e-mail che ci giriamo tutti con allegati di modo che rimanga la memoria di tutto. Su questo penso che vi sia non solo piena condivisione ma anzi tutti gli stimoli come ricordava prima il Sindaco, stimoli ma anche critiche, anche feroci, ma soprattutto suggerimenti intelligenti perché si intende come stimolo anche questo, sono tutti bene accolti.
Mi scuso personalmente per il discorso del fatto che il Consiglio comunale, il tavolo del Consiglio comunale sia venuto dopo la presentazione alla cittadinanza, non è stata una mancanza di, non è voluto essere una mancanza di diciamo di rispetto nei confronti del Consiglio comunale, è che come dicevo prima in questo processo di affinamento sempre maggiore di quella che è la dinamica, di quello che era l’ambiente prima si è pensato la serata pubblica con tutti, poi il Consiglio comunale e quindi le categorie.
Niente sugli altri aspetti credo che sarebbe meglio lasciare la parola a tutte le sollecitazioni di prima, solamente un piccolo punto che è quello via Capitelli e via Cavallo se vi ricordate erano quei due punti su cui abbiamo fatto fare delle indagini supplementari proprio perché vi è moltissime sollecitazioni e abbiamo visto dalle indagini che averle monitorate non è stato un errore. Grazie.

VICE PRESIDENTE
Grazie Assessore. Si è prenotato l’Assessore Ricci.

ASS. RICCI
Sì, io volevo fare notare quello che non è stato notato forse chiaramente, è il famoso traffico proveniente da nord. Dieci anni fa avevo condotto una battaglia contro l’amministrazione che aveva accettato in toto un progetto della circonvallazione insufficiente, calato dall’alto, evidentemente, contro il quale l’amministrazione non aveva lottato. Quindi ci troviamo sicuramente in una condizione di avere una circonvallazione insufficiente, quindi monca, tronca e quindi evidentemente quel traffico parassita è la logica conseguenza di un progetto sbagliato. Un progetto sbagliato che però abbiamo visto in questi giorni con la chiusura di via Santoni, peraltro non è sufficiente a garantire la fluidità del traffico. Ben due incidenti in piena retta, sulla variante che porta alla rotatoria di Caneve e penso che se fosse proseguito il blocco di via Santoni ce ne sarebbero stati degli altri. Quindi evidentemente quando si assumeranno decisioni in relazione al cosiddetto traffico parassita è opportuno fare anche queste valutazioni.
Probabilmente la circonvallazione sud verrà diciamo in un certo senso alleviata dal traffico quando si aprirà il collegamento con la Vallagarina in qualsiasi forma che verrà realizzato perché vedrà tantissimo traffico che costretto a percorrere la Maza evidentemente prenderà il tunnel o altre direttrici. Quindi sicuramente la nostra circonvallazione non funziona, almeno nelle ore critiche non funziona, vuoi per il semaforo della Moletta che se fosse stata attuata la soluzione da noi prospettata nella nostra semplicità di proposta fra l’altro, era un chilometro e otto di galleria, e non ditemi che non si può fare perché a me avevano detto addirittura che non si poteva fare canna unica, adesso ci propongono una canna unica da tre chilometri e rotti, quindi cioè qui c’è un errore di fondo, che però adesso stiamo pagando. Quindi attenzione a prendere decisioni che un domani potrebbero comportare ulteriori danni a quelli che abbiamo già fatto. Grazie. O meglio subito, scusate.

VICE PRESIDENTE
Grazie Assessore. Si è prenotato il Consigliere Zampiccoli.

CONS. ZAMPICCOLI
Grazie Presidente. In questo momento è difficile aggiungere qualcosa in più ad interventi finora espressi. Io vorrei lasciare un po’ perdere la parte tecnica perché non mi compete, anche se idee, credo ognuno noi ne abbia. Ma vorrei soffermarmi sulla parte diciamo introduttiva che è un po’ filosofica, o obiettivo. C’è stato illustrato che l’obiettivo del Pum è, ha degli obiettivi, cioè il Pum dovrebbe avere degli obiettivi ben precisi, l’abbattimento dell’inquinamento, l’abbattimento degli incidenti, e minimizzare l’uso dei veicoli. Quando noi parliamo sempre di traffico, del traffico esterno, traffico interno, il traffico è sempre legato al numero dei veicoli, veicoli motorizzati, quindi l’obiettivo del Pum dovrebbe essere proprio la riduzione del numero dei veicoli perché le strade attuali se ci fossero meno veicoli sarebbero sufficienti. E finché il veicolo diventa sempre protagonista della nostra vita, della nostra società, del nostro modo di muoversi, le strade non saranno mai sufficienti, potremmo costruirne il doppio ed ancora ci troveremmo con dei problemi. Quindi il nostro compito come Consiglieri è proprio quello di cercare di mettere insieme una nuova cultura, un nuovo modo di approcciarsi alla mobilità, mobilità che significa muoversi, non vuole dire automobile, mobilità vuole dire vari tipi di spostamento, l’automobile oggi non è più veloce di altri mezzi. E’ solo perché siamo culturalmente sempre con quel punto fisso di doversi sedere su una automobile per spostarsi. Quando ci sono alternative molto valide e altrettanto veloci e forse fisicamente anche più adeguate.
Quando parlo che il nostro obiettivo è culturale dovremmo fare anche una indagine dico senza personale perché non possiamo essere protagonisti di un modo di proporre qualcosa di diverso e dopo essere i primi artefici dell’uso costante dei veicoli. Mi accorgo che in Consiglio comunale nonostante abitiamo tutti abbastanza vicini a questo Consiglio, inevitabilmente ci avviciniamo in macchina, difficilmente in bicicletta. Troviamo mille scuse per approcciarsi sempre all’automobile, dobbiamo essere i primi convinti sostenitori di una mobilità differente. Altrimenti potremmo costruire, dirigere il traffico in mille maniere e il problema continuerà a sussistere. Ed altro, altra cosa che volevo dire che io mi auguro che siamo capaci di fare delle scelte coraggiose. Certamente chi fa le scelte sbaglierà, subirà delle critiche ma chi non fa delle scelte e Arco ha dimostrato per tanti anni l’immobilismo nel sistema della mobilità, ne sta pagando le conseguenze *** già Riva vicino a noi ha in un modo o nell’altro cercato di ovviare a questi problemi, alle volte con dei risultati buoni perché oggi il centro di Riva è gradevole, e la gente non si lamenta perché deve fare due passi in più, ma si approccia a una qualità di vita, a una qualità della città ed accetta di fare i cinque minuti a piedi, quindi io auguro al Consiglio comunale di affrontare questo discorso con coscienza e di cercare di approfondire e anche di essere coraggiosi nel mettere in atto quelle cose che capaci di accrescere culturalmente la nostra comunità. E di portarla ad un sistema più elevato qualitativamente. Grazie.

VICE PRESIDENTE
Grazie Consigliere Zampiccoli. Prego Consigliere Berlanda.

CONS. BERLANDA
Grazie signor Presidente. Beh, ringrazio anche io per l’esposizione molto chiara. E sono contenta che venga affrontato questo problema perché proprio tutte le nostre interrogazioni, tutti i nostri ordini del giorno, tutte le nostre mozioni dimostrano che siamo arrivati ad un momento veramente problematico per il traffico della nostra zona. Brevemente volevo fare alcune considerazioni anche io.
Abbiamo fatto anche alcuni articoli come partito perché abbiamo notato che c’è un enorme pericolo per i pedoni, la strada qua di fronte via Santa Caterina, abbiamo avuto anche degli investimenti molto gravi, io volevo chiedervi appunto come pensate di costringere le macchine a rallentare perché anche attualmente c’è il limite dei 50 all’ora, purtroppo su queste strade non si possono posizionare i dossi, tutti se ne fregano e niente, e tutte queste persone rischiano ogni volta che attraversano la strada.
Poi un’altra cosa, io ho notato che a Trento l’auto pubblica appunto utilizzata a rotazione dagli abbonati è una bellissima idea, è stata accolta con favore ed è molto utilizzata. Voi pensate che tra Arco e Riva ci sia un bacino di utenza abbastanza grande per questo esperimento? Che riesca a coprire i costi oppure no?
Ecco poi un'altra cosa, io vado a Trento in corriera tutti i giorni e talvolta nel rientro ho un po’ di difficoltà nel senso che secondo me anche a livello proprio provinciale bisognerebbe rivedere l’orario dei mezzi pubblici, queste lamentele le ho sentite anche da parte di persone che magari abitano a Bolognano o nelle frazioni e devono prendere il tram, cioè talvolta si trovano a fare il giro dell’oca per arrivare in centro a Arco, quindi secondo me andrebbe rivisto anche un attimino la agevolazione nei confronti di coloro che veramente desiderano prendere un mezzo pubblico di non fargli perdere troppo tempo.
Poi un’altra cosa che sembra avulsa da questo discorso ma vi assicuro che non lo è. Parlando con molti turisti mi dicono: arrivare nella vostra zona atterrando al Catullo di Verona è un disastro, ci sono tantissime persone che arrivano all’aereo allora o si vengono a fare prendere, o noleggiano l’auto perché sennò senta cosa devono fare. Aeroporto Verona stazione, Verona stazione con il treno fino a Rovereto, Rovereto Arco. Cioè uno perde cinque ore. Io ne ho già parlato con Meneghelli, una volta esisteva una navetta veloce che andava in aeroporto diretta, vi dico cioè non è assolutamente una sciocchezza, ci sarebbero tantissime persone disposte a lasciare la macchina a casa, e a venire a trascorrere delle settimane nella nostra zona senza auto. Però bisogna un attimino agevolarle insomma perché non possiamo pretendere che uno sbarcato al Catullo poi si faccia cinque ore cambiando continuamente mezzo pubblico.
Ed ecco, un’altra cosa appunto spero che le decisioni che in futuro risulteranno problematiche e che scaturiranno da questo piano della mobilità verranno veramente modificate, noi abbiamo avuto l’esempio di via Capitelli, secondo me quello attuale non è proprio la situazione migliore, però è stata lasciata così, in attesa di… quindi spero che veramente funzioni questo periodo di sperimentazione e poi verrà accolto con grande senso pratico qualunque consiglio e qualunque modifica.
Un’altra cosa tenere in considerazione le idee dei commercianti del centro, è bellissimo pensare ad un centro storico tutto pedonale, però ricordiamoci che purtroppo la gente per comodità va nei centri commerciali perché si trova il parcheggio fuori dalla porta. Quindi considerando anche il periodo di crisi, non dimentichiamo proprio tutti questi aspetti, anche a me piacerebbe una città dove si può passeggiare non so dal ponte fino in via Frumento senza incontrare un’auto però ecco cerchiamo anche di ragionare con il momento di crisi attuale che stiamo vivendo.
Anche io chiedo attenzione soprattutto su via Cavallo e la cui problematicità va assolutamente risolta, e sull’uscita dell’ospedale che ricordiamoci è l’unico a servire tutto il comprensorio e quindi chiaramente è molto frequentato e quell’uscita va assolutamente sistemata. Grazie.

VICE PRESIDENTE
Grazie Consigliera. Se l’ingegnere è d'accordo lascerei un ultimo intervento al Consigliere Caproni.

CONS. CAPRONI
Sì, grazie, anche io ringrazio per la serata e erano dei punti spot, e chiedevo di valutare anche i futuri insediamenti che ci saranno qua in quel di Arco, perché voi avete parlato dell’ospedale come zona critica, però se non sbaglio in zona ospedale vengono realizzati altri 44 appartamenti cosiddetti Olivenim e poi, scusate residenza dell’imperatore e poi vengono realizzati gli appartamenti di nuova costruzione olivenim in direzione Laghel, sono circa 60 – 70 appartamenti che penso ad uno, due macchine per ogni appartamento sono circa 140 macchine che tutti i giorni si muovono in quella direzione perciò anche quello in vista futura bisogna fare una considerazione. D’altro canto bisognerà fare una considerazione sul cinema teatro che verrà realizzato in quel di Arco perché lì verrà concentrato probabilmente anche una bella fetta di automobili di mezzi che arriveranno verso il centro.
L’altra cosa che io vedo che utilizzo spesso per andare a Riva del Garda perché andare da Riva a Arco in via Santa Caterina specialmente negli orari di punta è praticamente impossibile. Cioè una persona che ha un’ora di pauso pranzo e vuole muoversi tra Arco e Riva nell’ora di pranzo gli conviene fermarsi giù, mangiare un panino perché sennò non arriva più. Allora cosa fanno tanti come il sottoscritto, utilizzano la San Giorgio. Caricando in modo notevole il transito veicolare. Anche lì bisognerà valutare perché rallentare da una parte magari con i 30 chilometri all’ora il centro, convogliarli in Sant’Andrea vuole dire dopo congestionare sempre di più il San Giorgio, perciò vi chiedevo una valutazione su tutti i due flussi di traffico che praticamente ormai sono equivalenti.
La cosa che mi è sempre sembrata strana e non è la prima volta che la dico qua in Consiglio comunale, e prima l’ha accennato anche il Consigliere Mario Morandini è Foro Boario. Foro Boario è la cosa più strana che esista in quel di Arco nel senso perché, perché noi diciamo sempre di portare le macchine all’esterno del centro storico con Foro Boario le convogliamo nel centro, e il massimo ancora è che per farle uscire le indirizziamo verso la chiesa per poi farle tornare fuori. E’ non dico uno sbaglio progettuale, però c’è una anomalia che fa convogliare le macchine verso il centro, perciò anche lì se prendete in mano il Pum vi chiedo eventualmente con le varie valutazioni di via della Cinta etc. di valutare se fosse possibile, non so dire se a livello tecnico è possibile o meno, una uscita alternativa delle macchine che soggiornano o che sono in sosta nella parte alta di Foro Boario.
Un’altra cosa che è significativa e che era significativa nel Comune Rivano dove io lavoro era che l’amministrazione comunale aveva incentivato per cercare un maggiore utilizzo del mezzo della bicicletta, aveva fatto un incentivo oltre all’incentivo italiano e provinciale, delle bici elettriche, c’era un incentivo, adesso non mi ricordo in che termini, per chi acquistava di residenti mettevano un numero ogni anno per i residenti, un incentivo per l’acquisto della bici elettrica, chiedevo qualora di valutare la possibilità anche per il Comune di Arco di potere introdurre questo bonus, un incentivo, mettetelo come volete, per incentivare nell’acquisto della bici elettrica.
Quando voi parlate di parcheggio parassita e qua ho una visione diversa, però una visione che, da Mario Caproni, non da opposizione, io sono sempre più convinto che il parcheggio parassita possa essere tolto tante volte semplicemente con il disco orario, io non sono così convinto che il centro storico di Arco abbia bisogno di un parcheggio a pagamento, perché se noi parliamo come più volte abbiamo sentito qua in questo Consiglio comunale di parlare di centro commerciale all’aperto è la prima volta che vedo un centro commerciale all’aperto con la sosta a pagamento. Perciò è una cosa anomala, si dice di fare una cosa e se ne fa un’altra. Allora vi chiedevo eventualmente di valutare se fosse possibile all’Assessore Bresciani, di valutare almeno nel periodo invernale che non c’è quel turismo che arriva a Arco come nel periodo estivo di valutare la sosta con disco orario a due ore. E togliere completamente le zone a pagamento nel centro storico. Questo per incentivare anche le persone che si recano a acquistare nella bottega nel centro storico.
L’altra cosa che sempre per quanto riguarda il discorso del parcheggio chiedevo di valutare, ho visto la vostra campagna che avete fatto per le tessere a pagamento per la sosta nel centro. Anche questo diventa tra virgolette una sosta parassitaria, perché io vedo tantissimi cartellini in tante zone di Arco che sono sempre lì le macchine perciò alla fine non si è tolta la sosta parassitaria, si è solo cambiato il sistema. Si è introdotto un pagamento annuale per la sosta parassitaria. Perciò chiedevo eventualmente di valutare che chi ha il parcheggio ed è censito, è residente nel Comune di Arco e ha un parcheggio di valutare eventualmente di non dare il tagliandino per la sosta, perché cosa succede, ma tante volte per comodità ma lo vedo anche io nel mio paese che ho il parcheggio dentro nella casa, preferisco parcheggiarla esterno perché sono più comodo. Devo togliere la situazione che le persone, cioè bisogna fare uscire le persone da quella zona di confort come si dice in economia, cioè cercare di incentivarle ad utilizzare quello che si ha. E secondo me la tessera a pagamento non fa lo scopo che probabilmente era stato introdotto o che volevate introdurre.
L’ultima cosa e dopo chiudo perché sennò troppo prolisso, è una cosa che mi ha sempre meravigliato tantissimo. Allora premetto che io sono contrario che il Comune di Arco affidi il servizio, si affidi al servizio dei trasporti pubblici della Trentino Servizi, questo perché, noi vediamo regolarmente un via vai di pulman, magari di 40 posti, perché di più piccoli non ne ho visto o di 50 posti, che vanno la spola nei vari paesi del Comune di Arco. Che tante volte hanno una, due, tre, quattro, cinque persone. Ma non è possibile secondo voi valutando il discorso del Pum e valutando più ampiamente il discorso della mobilità urbana ed interpaesana, cioè nel Comune di Arco di valutare una convenzione con i nostri tassisti per far sì che una determinata tipologia di persone, una fascia di età, determinati requisiti Icef, o vedere un attimino come strutturarla, far sì che ci sia una convenzione con il tassista del Comune di Arco che dice: guardate noi portiamo l’anziano all’ospedale, portiamo l’anziano a due chilometri, nel raggio di cinque chilometri, con un determinato costo che deve essere diviso magari per incentivare anche l’utilizzo e il riempimento dell’automezzo, magari deve essere concordato che quel tassista lì prende su tre persone, quattro persone. Lo so che è difficile metterlo insieme, però avevo visto degli studi universitari che prevedevano questo, anche il care sharing era stato uno studio universitario a livello italiano e sviluppato penso anche dal professore Cerea, adesso non mi ricordo, a Trento. Di valutare la possibilità così cosa incentiviamo, l’utilizzo di mezzi meno inquinanti perché possono dirmi tutto quello che vogliono, ma quando passa un pulman della Trentino Servizi mi sembra che venga fuori un nuvolone, magari inquina uguale come una automobile. L’altro, diamo la possibilità anche ai nostri tassisti di potere lavorare sul nostro territorio, dato che noi non abbiamo alberghi, non abbiamo la possibilità di dare un lavoro stabile nel discorso turistico. Chiedevo tutto questo. Grazie.

VICE PRESIDENTE
Grazie Consigliere Caproni. Quindi lascio la parola all’ingegnere Seneci o Assessore Bresciani, all’Assessore Bresciani.

ASS. BRESCIANI
Grazie, do due risposte, prima dell’ingegnere su alcune questioni di carattere diciamo più amministrativo che quindi sono, lasciando poi per la parte tecnica una risposta all’ingegnere Seneci.
Per quanto riguarda il discorso, gli ultimi due discorsi, allora Consigliere Berlanda, per i pedoni, siamo assolutamente d'accordo. Abbiamo già detto prima, l’ingegnere Seneci, è una cosa sulla quale credo la discussione di questa sera ma anche la discussione che c’è stata al termine della serata pubblica sia andata in un unico, in una unica direzione, creare quell’isola ambientale, cioè fare il traffico ai trenta all’ora, dopo è chiaro che deve essere rispettato ed attenzione, non è vero che passando, cioè un traffico fluido ai trenta all’ora rallenti il traffico. In realtà lo fluidifica quindi non ci sono… ma su questo poi potrà essere più chiaro l’ingegnere Seneci.
Per quanto riguarda invece il discorso legato ai parcheggi, l’abbonamento è rilasciato solo a chi fa un’autocertificazione di non avere il parcheggio. Cioè è già così. Quindi se uno va a fare l’abbonamento all’Amsa gli fanno firmare un foglio nel quale autocertifica sotto la propria responsabilità di non avere un parcheggio o di usare il parcheggio per motivazioni di lavoro. Quindi c’è già una limitazione che è legata, che è paragonabile a quella che viene fatta a Riva per esempio. E il discorso dell’affido del trasporto pubblico locale, la Trentino trasporti è una questione che mi vede anche d'accordo, il problema è che alla Trentino trasporti è già stato chiesto più di una volta di usare i mezzi più piccoli ma per Trentino Trasporti nella logica di macroarea generale loro dicono che un mezzo piccolo a loro costa tanto quanto un mezzo grande. Ergo, quindi sia in consumi che in tutto. Quindi per la logica dell’interscambio dei mezzi preferiscono avere il mezzo grande. L’affido del trasporto pubblico a Trentino Trasporti avviene con sistema in house, quindi è una cosa diciamo che viene, è stata prorogata con quello, anche io ho parecchie perplessità su questo, perché già a suo tempo dissi che io avrei fatto una gara, abbiamo, hanno dei costi che sono a pié di lista e secondo me non sono in questo momento dei costi diciamo sostenibili, visto che parliamo di sostenibilità. Il problema è che del trasferimento della Provincia è legato anche all’affido del trasporto pubblico, quindi è una partita di giro quasi per noi, noi paghiamo solamente la parte eccedente ai 297 mila km. annui che è quello del primo affido che è stato fatto qualche anno fa, quindi è un meccanismo un po’ complesso, però diciamo che è questo.
E’ vero che è tortuoso la linea due e tre, ma è anche vero che abbiamo la linea uno che sarebbe quella che fa nord – sud, la due e tre è quella che, considerato che noi come Comune di Arco siamo il Comune capofila del trasporto pubblico che comprende tutta la macroarea, quindi Arco, Riva, Torbole è chiaro che con il minore numero di mezzi e quindi con il minore costo vanno un po’ accontentati tutti. Statisticamente, guardando i dati però c’è da dire una cosa, è vero che è poco utilizzato, infatti noi i dati li abbiamo tutti, però è anche vero che si sta usando sempre di più, anzi da quando è stato introdotto l’orario cadenzato che all’inizio non c’era, cioè perché ogni anno viene rivisto leggermente, non sembra ma tutti gli anni facciamo due revisioni con le tre amministrazioni perché… dei percorsi, ad esempio abbiamo tolto la linea quattro, che abbiamo visto che non veniva usata, cioè una linea che girava proprio per niente. La linea quattro è quella che va al cimitero del Grez per intenderci. E andava una parte a Verona. Ed ogni anno cerchiamo con pazienza certosina di limare di qui, aggiungere di qua per riuscire a toccare. Allora con il fatto che le corse siano cadenzate c’è stato un aumento e l’aumento c’è stato soprattutto nella linea due e tre, che sono quelle che nonostante siano le più lunghe perché è una circolare, no?, sono quelle che sono anche più veloci tra virgolette perché è più facile arrivare da Arco a Riva cioè paradossalmente si arriva nello stesso tempo con la linea due o tre, che non con la linea uno. Abbiamo qui un problema strutturale, l’autobus segue gli stessi, le stesse dinamiche dell’automobile, è per quello che noi dobbiamo trovare un altro tipo di mobilità.
Per quanto riguarda il discorso dei tassisti, anche questo è già fatto, nel senso che nella convenzione che abbiamo portato in Consiglio comunale l’ultima volta abbiamo permesso l’utilizzo del taxi collettivo e ci sono già delle convenzioni, la possibilità di prendere il taxi non più una sola persona ma due, tre persone. Grazie.

VICE PRESIDENTE
Grazie Assessore. Prego Ingegnere.

ING. SENECI
Vi rubo solo due minuti. Per dire che, beh, uno sono professionalmente contento nel senso che ho trovato in questo consesso una buona corrispondenza tra quello che è il nostro modo, mio e del mio gruppo di lavoro di approcciarsi a questi problemi, e quello che ho sentito questa sera da tutti i Consiglieri e questo non è affatto scontato. E questo è molto legato alla parte molto forte che dovrete fare voi cittadini, sul Pum, che è quello di comunicarlo e comunicare alcuni temi che questa sera si sono affrontati. Noi affronteremo delle parti tecniche, poi sui particolari sicuramente non andremo in condivisione, ma questo non è il problema. In realtà il grosso di questo lavoro quando si parla di velocità delle auto, quando si parla di usare meno l’auto, di mettere in sicurezza i pedoni e i ciclisti, il grosso del lavoro che va fatto è un lavoro anche, anzi è un lavoro culturale. Noi come progettisti possiamo fare e facciamo milioni di interventi stradali, di messa in sicurezza, di sole ambientali, di piste ciclabili, ma spesso e volentieri ci scontriamo con delle realtà che poi non hanno avuto capacità di comunicare questi interventi ai cittadini, quindi gli interventi non vengono capiti, non vengono usati nel modo corretto e questa cosa quindi crea una spirale che fa cadere il palco come si dice, non si fa la cosa che andrebbe fatta prima di tutto e cioè accompagnare questo processo con un processo di informazione, di comunicazione.
Se come mi pare di avere capito, poi il Consiglio è abbastanza, condivido abbastanza, almeno l’idea di fondo, questo è un ottimo presupposto perché fuori poi da questo consesso con i cittadini si possa usare una lingua comune, non tanto su via Capitelli, via Ca… cioè non tanto sull’intervento singolo ma proprio sulla filosofia che ci sta alla base, e questo mi mette un po’ serenità nel senso che forse è un lavoro che porterà veramente a una possibilità di risultati. Dico solo due, tre cose ma senza entrare appunto nel dettaglio delle cose. Nel dettaglio degli interventi.
Il Pgtu l’abbiamo preso come base di partenza per noi, adesso nelle slide c’è poca roba rispetto a tutti i dati che ci sono, ma tutti i confronti che abbiamo fatto e che ci sono tra intersezioni, sezioni etc. che fanno vedere un certo andamento del traffico sono tutte legate al Pgtu. In questa fase ci siamo legati a quello, l’abbiamo conosciuto tutto, abbiamo conosciuto anche il piano della sosta, cioè tutti gli strumenti che ci sono e siamo partiti da lì, peraltro anche negli aggiornamenti seguenti del Pgtu che ci sono si trovano già elementi di ragionamenti di quelli che abbiamo fatto anche questa sera.
Sul tema di come costringere la macchina a rallentare, non è solo questo, però il tema della comunicazione è fondamentale, io sono, sono convinto perché poi lo vediamo quotidianamente, noi possiamo fare tutti gli interventi che… potremmo anche fare delle pedane alte 15 cm. su via Santa Caterina che non si possono fare ma potremmo farle, ma di fronte a una persona che non capisce perché c’è questa cosa, perché deve andare piano, della pedana non serve a niente, quindi c’è tutto l’aspetto progettuale che noi siamo bravissimi, e ve li diremo, c’è tutto l’aspetto invece di comunicazione, punterei anche su quello cioè per esempio ridurre la velocità a trenta chilometri all’ora bisogna cominciare a pensare che è un atto dovuto. Soprattutto nelle strade residenziali, soprattutto nei quartieri, soprattutto in quelle strade che portano alle case è prima di tutto una scelta personale, di mettere, di non mettere a repentaglio la vita degli altri. E più si parla di queste cose, io fino a che non ho cominciato ad entrare con la testa su questi meccanismi in macchina, con la macchina andavo abbastanza veloce. Non ho mai corso, ma comunque i 50, i 60 in quartiere si fanno. Da quando parlo di queste cose a meno che non mi distraggo e questo può succedere a tutti, perché la distrazione oggi è perché le macchine ci chiudono e non ci permettono di… però so che devo farlo, solo perché c’ho pensato, chi non ci ha mai pensato, non ha avuto mai modo di avere una comunicazione rispetto al fatto che scegliere i trenta piuttosto che i cinquanta non è neutro, è una scelta importante, se uno non gli è stato mai detto, non ha avuto l’elemento per dire anche e magari ci saranno altre occasioni, delle differenze di mortalità che queste cose ha portato dove è stato sperimentato in maniera forte, che sono dati incredibili, se ad uno non è mai stata comunicata questa cosa non è detto che debba saperle e quindi non si pone il problema. Quindi infrastrutture ci penseremo, ve le proporremo insomma faremo, ma molta, molta comunicazione.
All’estero dove vanno più piano non è che siano più bravi, è che è venti anni che li tartassano con questi discorsi.
Sul care sharing auto pubblica, il care sharing in Italia ha molte difficoltà perché, perché in Germania dove, o in Svizzera, più in Germania dove c’è hanno anche la lavatrice in comune nei condomini, da noi pensare di avere in comune una macchina con il simbolo che è per noi la macchina è una cosa difficile. Però dove è stato attivato funziona, abbastanza. Io conosco bene l’esperienza di Milano, conosco bene, molto bene l’esperienza di Bolzano, ero nel direttivo dell’ecoistituto di Bolzano fino a due anni fa, che è quello che ha promosso il care sharing di Bolzano che poi ha portato a Trento, conosco bene, molto bene l’esperienza, non possiamo aspettarci che crei business, cioè che abbia rientri da subito. Ma queste sono cose, neanche il trasporto pubblico si ripaga, sono cose che fanno soprattutto da noi aiutate, impostate, messe sul campo e poi nel giro di qualche anno possono strutturarsi in realtà che senza arricchire nessuno ma possono stare in piedi da sole. E creare quella famosa alternativa. Vanno all’inizio aiutate, questo è sicuro. Secondo me il bacino dell’Alto Garda non ci ho fatto un progetto preliminare sopra quindi lo dico ma vedendo i numeri anche di altre realtà, il bacino dell’Alto Garda, quindi non solo Arco Riva, ma tutto il bacino dell’Alto Garda può essere un bacino significativo anche per il tipo di turisti che avete durante il periodo lungo del turismo, che sono cittadini che già conoscono nelle loro città questo tipo di servizio, può stare in piedi a livello di Alto Garda.
Sulle bici elettriche sì, certo, sarebbe, tutti gli incentivi per me sono importanti. E quindi sono cose che vanno, come ci sarà il bike sharing ci dovrebbe essere anche uno degli incentivi ad avere la bici elettrica ma anche la bici normale. Sul Tpl avremo modo di approfondire, sul trasporto pubblico magari cercheremo di capire anche se ci sono i margini per fare un ragionamento per le aree a bassa richiesta con per esempio servizi a chiamata che in alcune realtà funzionano. Non so se in Trentino siano già stati attivati in qualche valle, più nella, più in Toscana funziona, in Trentino forse no.
Basta, non ho risposto a tutto ma erano le cose… che diciamo volevo affrontare in questo momento.

VICE PRESIDENTE
Grazie Ingegnere Seneci, si è prenotato il Consigliere Tamburini.

CONS. TAMBURINI
Sì, un breve passaggio solo per ringraziare l’ingegnere per il lavoro che ha fatto e mi preme sottolineare anche l’importanza del confronto con il passato. Con i dati della Provincia. Perché ci siamo sempre ritenuti una zona dove il traffico era causato ciclicamente dal turismo, i dati che ci ha illustrato questa sera è pure vero che maggio è già periodo un po’ turistico per noi, però è pure vero che dice che la realtà economica dell’Alto Garda crea questo traffico giornalmente, lo creerà anche fra un mese in ottobre dove strutturalmente sappiamo che il turismo tende poi a calare. Quindi questi numeri, i 47 mila da sud fanno, sono una cifra enorme, sono il nostro traffico. Che poi diventino i 50 mila in luglio in realtà questo è poca cosa insomma, è evidente che poi la crisi nella giornata sia ciclica, la mattina, mezzogiorno, il rientro verso le 18, sono momenti di criticità.
E’ vero, l’hanno sottolineato in molti, me l’ero appuntato subito, che la questione è anche un fatto culturale. Perché possiamo gestire meglio le strade che abbiamo, in realtà quello che si evince qui è che comunque circolano troppi mezzi. Abbiamo troppe autovetture non necessarie, perché se il tempo di spostamento medio è di dieci minuti vuole dire che lo spazio percorso con questo traffico in certe ore è veramente poco. E quindi si può cercare evidentemente, mi ero segnato fatto culturale, poi l’ho corretto in abitudine, sono un po’ le due cose insomma. Evidentemente alcune volte si prende su la macchina perché si fa così, non ci si pensa molto, forse bisogna proprio entrare nell’ottica che stiamo bloccando le nostre stesse strade, quindi in realtà se come in altre zone succederà anche a Arco e all’Alto Garda se questo aumento di autovetture perché nel futuro i figli avranno la terza, la quarta macchina in famiglia, e sarà simile ad altre situazioni in realtà saremo praticamente costretti a lasciare posteggiare la macchina sulla strada e percorrere la strada a piedi se vogliamo arrivare da qualche parte insomma.
C’era un altro passaggio che mi ero annotato. Certo, le scelte che si fanno sulla viabilità proprio perché legate all’abitudine, legate alla cultura, creano impopolarità, sono d'accordo con il Consigliere Bresciani, con il Consigliere Morandini, creano impopolarità ed evidentemente bisogna spiegare cosa si intende fare, ma ancora di più passare ai cittadini il motivo profondo che ha portato a queste scelte. Sembra banale dici, beh, è evidente che se ho fatto una scelta capire anche il perché, ma spesso tutti questi dati che noi abbiamo visto, queste analisi, anche il modello che vedremo ci spiegherà come si sposterà il traffico a seconda dell’uno e dell’altra della scelta, quando sarà il momento andranno spiegate ai cittadini proprio perché evidentemente il nostro percorso di scelta dovrà in qualche modo diventare anche il loro percorso di scelta. Perché le due dimensioni evidentemente non possono entrare in contrasto. Succederà, perché è evidente insomma, i comitati che sono legati non solo alle vie ma delle volte a porzioni di vie, quindi questo è da mettere in conto, sicuramente però potere spiegare le motivazioni che hanno portato a queste scelte sono importanti.
L’altra cosa, è stato citato uno degli aspetti insomma lo sapete che mi… sono molto cari, per quel che riguardano le scuole, la mobilità scolastica vede Arco impegnata negli ultimi anni a promuovere l’arrivo a scuola a piedi, ci sono questi progetti piedibus, ecco l’importante in questi progetti innovativi penso sia quello, sia comunque prendersene a cuore e riproporli costantemente sugli anni perché poi si tende a fare un grande investimento promozionale, il secondo anno un mantenimento, una tenuta per dire okay, è stato fatto, però poi il terzo anno una qualsiasi motivazione, ti manca un genitore particolarmente sensibile che si faceva carico del piedibus, non rinnovi o non rivedi le zone di raggruppamento, e la cosa cade. E questi progetti innovativi come altri secondo me funzionano bene specialmente dove il ferro è tenuto continuamente caldo, si continua a battere. E a modellare. Perché altrimenti poi evidentemente i bambini stanno in una struttura al massimo cinque anni e quindi anche i loro genitori. Rischi di non avere più gli agganci oppure di avere o di dare per scontato delle cose che invece vanno continuamente riproposte. Ad esempio la ricerca dei genitori, il primo anno dici: oddio c’è questo progetto, non vogliamo fare la figura di quelli che mancano, ma se non lo fai anche il quarto anno in realtà ti mancheranno i genitori che accompagnano i bambini, ti mancheranno le casacche, ti mancheranno quei piccoli particolari che fanno quel progetto poi in realtà perché mi sembra che il piedibus almeno per quello che ho visto in certe zone, poi tipo Romarzollo che è anche favorita da una certa omogeneità del territorio con scarsi attraversamenti pericolosi funziona piuttosto bene. Ci sono anche lì gli attraversamenti pericolosi eh. Non voglio dire, però dico è maggiormente, o anche Bolognano ho visto raggruppare nella parte sud ed anche nella parte nord bei gruppi insomma. Ecco questo era per un contributo insomma, non voglio poi, ci torneremo sulle criticità, le avevamo bene evidenti tutti, e su quelle poi valuteremo insomma. Mi pare importante trovare un modo e dei tavoli ulteriori anche informali al di là del Consiglio per parlarne perché se possiamo arrivare con pochi nodi critici è un grande segno che il Consiglio, l’amministrazione ed anche tutti gli altri, onestamente io avrei fatto il Consiglio anche dopo la serata di stasera, perché comunque è importante sentire il cuore della città, lo senti con i comitati, lo senti con i cittadini e poi sentendo il polso di quello che i cittadini vivono, arrivare alle conclusioni ed ai passaggi insomma istituzionali. Va bene, finisco qui, grazie.

VICE PRESIDENTE
Grazie Consigliere Tamburini. Prego Assessore Bresciani.

ASS. BRESCIANI
Sì, grazie. Non so se questo sarà un discorso conclusivo perché, però mi sembra che si sia già ampiamente, ci sia stato modo di sviscerare un po’ tutto, tutte le problematiche.
Ma innanzitutto premetto che, credo sia doveroso un ringraziamento generale al Consiglio, per le sollecitazioni, è stata una serata che io posso definire assolutamente stimolante, riprendendo anche quanto detto prima dall’ingegnere Seneci. E credo che se questo è il clima non so se è il fatto che sia informale allora li facciamo tutti informali, o se il tema era davvero un tema che unisce e che vede tutti d'accordo su quelle che possono essere le strategie.
Per utilizzare, rubando se mi permette il Sindaco un suo paragone, per utilizzare diciamo una analogia che abbiamo usato spesso in Giunta, se la viabilità, la strada, la viabilità cioè la strada fisica è l’hardware, la mobilità è il software quindi noi possiamo avere un hardware rigido, noi abbiamo qui la possibilità di lavorare con un software quindi modificare i determinati comportamenti e quindi correggere chiaramente dove possibile, non possiamo fare entrare un cd, nello spazio di un vecchio dischetto, quindi con le dovute attenzioni. Però questo vuole dire che appunto il software è un elemento soggetto che può essere modificato, può essere aggradato, cioè può essere aggiornato man mano che si va avanti, quindi è giusto avere un continuo, un dibattito continuo, dei tavoli continui quindi credo che vada come ho già detto che sarà un ottimo strumento il blog o la e-mail che gira fra tutti. Ma un’altra cosa che non ho detto all’inizio perché me ne ero dimenticato, ma visto che è una cosa che è uscita più volte, è quella della comunicazione, all’interno del processo non tanto formativo, ma del processo esecutivo diciamo di presentazione, noi abbiamo previsto anche una campagna di informazione ma vista appunto da un punto di vista culturale, cioè dei tavoli con i cittadini, spiegare perché si fa questo tipo di intervento, fare delle iniziative di vario tipo proprio per, perché questo diventi un fattore culturale proprio. Cioè la mobilità sostenibile deve diventare un fattore culturale. Grazie.